martedì 25 novembre 2008

Caso petrolio: la matematica non è un'opinione

This, too, is already beginning, as oil giants like Shell and ExxonMobil "re-think" or "postpone" (read: cancel) big new investments in such things as the Canadian tar sands and other ventures, which looked so profitable when oil stood at $140 a barrel and now look very shaky with oil at $55.
The Japan Times Online
Col barile a 140$ era diventato conveniente investire perfino in certe sabbie bituminose canadesi per estrarne petrolio.

Ora che il barile è a 55$, costerebbe troppo estrarre petrolio da lì, e pertanto le grandi compagnie intendono "ripensare" o "posporre" investimenti come quelli (cioè, in entrambi i casi, cancellarli).

Due considerazioni "matematiche":

1) non è proprio vero che il petrolio sta finendo; stanno finendo semmai i giacimenti "facili da estrarre". Quando il prezzo del barile schizza in alto, allora vengono prese in considerazione anche aree petrolifere di difficile estrazione.

2) le sabbie bituminose sopra citate non sono certo gli "sprazzi" di bitume a pelo di tererno come si vedono nel film "il petroliere" (un film che peraltro è un pugno nello stomaco).

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