venerdì 21 novembre 2008

Alcuni motivi per lo "SWITCH-BACK" dal Mac a Linux !

Bozza di appunti per una paginetta che servirà a suggerire alcuni motivi per passare a Linux:

1) niente soldi per il software: quel che ti serve per Linux è sempre gratis. Se ti innamori di un software costoso, trovi sicuramente l'equivalente gratuito open-source in giro.

2) semplicità totale negli aggiornamenti: la procedura "aggiornamento Software" del Mac OS X verifica solo le applicazioni di sistema... per tutto il resto devi fidarti di quel che dice il singolo software (sempreché controlli l'esistenza di nuove versioni ogni volta che lo lanci) oppure controllare manualmente nel web. E con Windows è cento volte peggio.

3) vasta scelta di software: a differenza del mondo Mac e Windows, se un'applicazione software non ti piace, certamente trovi in giro una simile, gratis, che fa le stesse cose ma in modo leggermente diverso. Chi scrive software open source non resiste mai alla tentazione di portarlo anche su Linux.

4) risparmio globale sull'hardware: Linux gira a velocità supersonica anche su hardware vecchio e superato. Oggi l'ultimissimo Windows richiede un gigabyte per girare decentemente, l'ultimissimo Mac OS X Leopard ce la fa appena in mezzo giga, l'ultimissimo Linux gira comodamente in un quarto di giga.

5) nessun formato illeggibile: ciò che salvi oggi su disco, lo potrai rileggere e convertire anche fra decenni, e per male che ti vada, avrai solo da ricompilare i sorgenti dell'applicazione che li aveva creati. Invece, col Mac e con Windows, se salvi i file in un formato proprietario e l'azienda fallisce, è probabile che non rivedrai mai più i tuoi dati.

Smontiamo adesso tre miti riguardanti il Mac (e talvolta impunemente spacciati anche a Windows).

a) le "grandi" applicazioni: chi si abitua all'uso di quei mammoni sovradimensionati potrebbe essere tentato (i primi giorni) di rimpiangerli. Col passare del tempo si accorgerà che "non c'è bisogno di un cannone per ammazzare un uccellino" e che è terribilmente frustrante utilizzare un cannone come iTunes solo per ascoltare qualche MP3 e di tanto in tanto sincronizzare l'iPod. Si finisce per essere schiavi delle feature esagerate (anche psicologicamente).

b) la tanto vantata "semplicità": l'interfaccia grafica del Mac è pensata bene - non ha tutti quegli inutili dialoghi extra Yes/No/OK/Cancel di Windows, usa estensivamente il drag'n'drop. Ma non appena vuoi fare qualcosa di diverso, succedono pasticciacci: nella maggioranza assoluta dei software per Mac, è incredibile quanto abbiano reso noiose delle semplici operazioni come il salvare un file in un'altra directory; è incredibile la fatica necessaria per rimediare ai "danni" fatti cliccando inavvertitamente per qualche pixel in più (cancellare icone dai dialoghi dei file o dal Dock). Sebbene Linux abbia ancora un po' da migliorare (e più passa il tempo e più migliora), l'interfaccia utente di Mac OS X non è più quell'immediatezza e semplicità che la rese famosa.

c) la tanto vantata "produttività": molte operazioni banali sono facili da effettuare, ma... non appena ti serve una virgola in più, è il finimondo. Un software che ti permette di realizzare un esempio senza dover leggere il manuale, certamente ti diventa subito simpatico. Ma non appena vuoi fare qualcosa in più o di leggermente diverso, son dolori. Siccome molte persone si limitano a operazioni banali (infilare dei filmati in un DVD, copiare dei CD, sincronizzare un iPod col proprio computer), pensano che i relativi software siano "potenti".

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