giovedì 6 agosto 2009

Anti-complottisti, cioè coglioni

Se in Italia c’è un mestiere che frutta più del complottismo, questo è l’anticomplottismo.

Per ogni sfigato che crea un blog allo scopo di “aprire gli occhi al mondo intero” sulla questione delle scie chimiche (e sull’utilizzo che i rettiliani della quarta dimensione ne stanno facendo per sterilizzare tutti i maschi italiani dai 15 ai 54 anni), nasce un debunker all’amatriciana che inizia a sparare a caso contro la croce rossa.

Per esempio, affermare che dietro all’incendio del Reichstag c’era Adolf Hitler, non è sicuramente “complottismo”. Così come dire che -sempre per rimanere in tema di “dolo”- Nerone organizzò il grande incendio di Roma per perseguitare i cristiani.

E che dire della congiura di Catilina? Cicerone fu padre di tutti i teorici del complotto?

le armi chimiche irachene. Non era anche questa una “teoria del complotto”? Eppure è in base anche a tale ipotesi, spacciata come realtà accertata, che l’Iraq è stato bombardato.
al posto della “q” si usa la “n”.
Altro spettacolare post del giovane Manfredini.

"Iraq": al posto della "q" oggi si usa la "n"...

Prosegue la citazione (lo citerei per intero):
Non solo: discutiamo anche del libro Eurabia, una riedizione dei Protocolli dei Savi di Sion in salsa anti-islamica. Non è forse per quel libro che la maggior parte dell’opinione pubblica europea ha creduto allo “scontro di civiltà”, al “complotto islamico” contro le “nostre città d’arte”?

Proviamo a pensare ad un cittadino medio: sarà più facile per lui credere al “complotto dell’11 settembre” o al “complotto islamico contro l’Europa”? Se un arabo gli graffia la fiancata dell’auto, sicuramente abbraccerà la tesi di Bat Ye’or, no? E, come se non bastasse, se Eurabia viene venduto a 7 euro da Libero, il gioco è fatto.

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