martedì 15 settembre 2009

Crisi? Quale crisi? La flotta fantasma...




La "flotta fantasma".

Cinquecento navi cargo... senza cargo. Senza merce, senza equipaggio. Ferme lì in attesa che succeda qualcosa, e con la chiglia inusitatamente sopra il pelo dell'acqua, tanto che son vuote.

L'articolista del Daily Mail si domanda ironicamente se le poche Playstation in vendita sugli scaffali dei supermercati, nel periodo di Natale, saranno sufficienti per tutte le richieste (è sicuro che ne rimarranno parecchie invendute).

Quella flotta, ferma al largo di Singapore, non parte perché non ci sono ordini. La crisi, la crisi mondiale.

Il traffico merci è calato drammaticamente. Nella prima foto, navi da carico da oltre duecento metri ciascuna, abituate ad una frenetica spola tra l'oriente e l'occidente (cariche di computer, videocamere, telefonini), ora si fermano lì, ad una cinquantina di miglia dalla costa, aumentando di numero giorno per giorno.

Quando di sera accendono le loro poche luci, si fa tutta una scia di luce nel mare: uno spettacolo mai visto. Ed agghiacciante.

Il costo dei trasporti è calato in maniera allucinante, da 50.000$ al giorno a circa 5.500$ (e non calerà ulteriormente perché nessuno vuole lavorare in perdita, e perciò restano ferme lì). Ed anche volendo utilizzarle a costo così economico, i 300.000$ guadagnati importando un intero carico oggi si sono assottigliati a 10.000$: non vale la pena.

In tutto il mondo, le navi ferme in attesa di un improbabile miracolo economico oggi saranno circa il 10-12% del totale delle navi da carico normalmente operanti; per il 2011 raddoppieranno, mentre i cantieri navali, terminate quelle tuttora in costruzione, si ritroveranno senza neppure un ordine per una nave nuova (il tempo medio di costruzione è sui tre anni). Le navi ordinate nel 2006 vengono consegnate adesso, proprio mentre non servono più, anche per chi svecchia la propria flotta demolendo le navi più vecchie.

In tutto questo, ci dicono che la crisi sta passando, che c'è la ripresa. Già, "ripresa", ma... per chi?

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