mercoledì 16 settembre 2009

Chiusa la ferrovia Gela-Licata-Canicattì

clipped from www.ferroviekaos.it


Rivedremo più le Aln 668 tra Gela, Licata e Canicattì?

Di fatto, dalle ore 13.30 di mercoledì 9 settembre 2009, non
transitano più treni sull’intera tratta ferroviaria Gela – Licata Canicattì. 
L’ultimo convoglio a percorrerla è stato il regionale Caltanissetta Xirbi –
Gela, in transito da Licata.

Il primo segnale preoccupante è che Trenitalia ha subito
decretato la sospensione del traffico ferroviario sull’intera Canicattì – Gela,
quando invece si poteva  limitare benissimo il servizio ferroviario a
Licata ed effettuare la spola con autobus sostitutivi fino a Canicattì.  Si
spera vivamente che si tratti solo di una emergenza temporanea e che non sia
invece un pretesto per chiudere un'altra linea ferroviaria in Sicilia.

Tunnel pericolante? Chiusa un'intera linea ferroviaria.

Sembra assurdo, ed invece è soltanto l'ultima Grande e Geniale soluzione delle Ferrovie dello Stato, che hanno una lunga storia di tagli e riduzioni del sistema ferroviario (specialmente in Sicilia, di cui avevo già parlato recentemente).

D'altronde, su quella linea un "mezzo taglio" già c'era, visto che le corse giornaliere erano già state ridotte (e poi mi chiedo quante "cafoniere" ALn668 ci siano ancora in giro, e perché mai su una linea così bella non siano stati usati i molto più belli ed economici treni "Minuetto").

Questa anti-cultura ferroviaria delle Ferrovie dello Stato/Trenitalia presume che i pendolari valgano poco o nulla, per cui ci si deve concentrare sulla sola clientela di lusso, quella che per un treno Super Mega Altissima Velocità Fast Quick Euro Turbo Speed Missile Rapido Super Lusso Iper Confort Extra Sfarzo può spendere anche 100-150 euro per un biglietto.

In pochi decenni le FS/Trenitalia sembrano passate dall'offrire un servizio... all'offrire un prodotto (per giunta prodotto di lusso, cioè non sempre appetibile).

Ma così facendo, condannano sé stesse a morte lenta e sicura. Specialmente in questi tempi di crisi.

Nessun commento:

Posta un commento