In cifre: secondo l’Ocse, dal 2007 ad oggi nei 30 Paesi di cui sopra - Italia compresa - sono evaporati 15 milioni di posti di lavoro, e entro la fine del prossimo anno, altri 10 milioni di persone rischiano di rimanere a casa. Alcuni con la magra consolazione di un qualche sussidio per campare. Altri - come, ça va sans dire, i precari italiani - senza il becco di un quattrino. Ma tutti con la consapevolezza, almeno, di aver vissuto un momento di disgrazia epocale. Se lo scenario disegnato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico dovesse passare dalla carta alla strada, il tasso di disoccupazione dei Paesi ricchi del globo toccherebbe il 10% (fuor di percentuale: farebbe 57 milioni di disoccupati). Un dato mai raggiunto, come osserva l’Ocse, dal secondo dopoguerra ad oggi. E in pratica un altro record sbriciolato dalla peggior crisi dai tempi della Grande depressione.
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