giovedì 31 dicembre 2009

Convertire EMLX in MBOX

APPLE ciofeca!
In generale ce l'ho a morte contro tutti i formati proprietari. Ma la Apple merita una nota di demerito ancora più furiosa.

La Apple detiene il tre o quattro per cento del mercato dei computer (sono anni che i suoi fan annunciano di aver raggiunto il dieci per cento, anzi, no, il sette, anzi, no, forse il cinque, anzi, no, dicono che sicuramente hanno già raggiunto il quattro per cento, insomma, sono quasi riusciti a sorpassare il tre...)

Con simili percentuali, non c'è alcun motivo di inventarsi "formati proprietari". E invece la Apple se ne crea in continuazione.

Ora, all'uscita di Tiger i programmatori Apple hanno aggiunto la tipica "colossale pezza dell'ultimo momento": il software Apple Mail utilizzava un formato "mbox" abbastanza universale (in un unico file un'intera cartella di messaggi email), e loro cosa fanno? Lo spezzettano "un file per ogni messaggio", come si faceva ai tempi di Giustiniano, altrimenti quella ciofeca di Spotlight non funziona.

Complimenti, Apple: ora il mio archivio messaggi è passato da ventidue files "mbox" a 40-50mila files "emlx". Lentezza stratosferica e inesorabile.

Ho miracolosamente trovato in rete un software per convertire da EMLX a MBOX, in modo che il formato MBOX sia importabile da qualche altro software, per traslocare la message-base a qualcos'altro (Mozilla Thunderbird, oppure Gnome Evolution) in modo da poter ancora fare ricerche locali del tipo "ma verso il 2006 qualcuno mi scrisse a proposito di..." (non mi va di tenere tutta la posta sul server di Google: cosa faccio qualora mi trovo a corto di connettività?)

Quel software è stato scritto alla buona: i messaggi EMLX da convertire vanno dragdroppati nella sua finestra, poi si clicca su Save Mbox e lui crea la directory con il file mbox dentro. Lento da morire, ma ci riesce. Il guaio è che per ognuna delle ventidue cartelle ho dovuto ripetere l'operazione clear/dragdrop/save. Ci ho messo due giorni...

Formati proprietari, cioè un grosso, grossissimo problema.

Mettiamo il caso che uno abbia bisogno di convertire un documento di Ami Pro (come, non lo hai mai usato?), oppure una pubblicazione con Ventura (come, non lo hai mai sentito nominare? e il kerning sui font, chi credi l'abbia inventato?), Quattro (come, non sai cos'è? Prova a contare: 1-2-3, Quattro...) oppure alcune immagini create con Dr.Halo (come, non hai mai usato Dr.Halo sul PC/XT?) E tutti i volantini creati con il glorioso Newsmaster?

In questi casi, che si fa? Se non si trova un'anima pia che scrive un software come quello sopra citato (quell'EMLX-to-MBOX è stato fatto nel 2005) allora... ci si appende al tram.

Per i software sopra citati, io mi appendo al tram. Ho ancora dei files salvati con quei software (tesine, disegni, dati vari), ed altri software ancora... e non è detto che riuscirò mai a rivederli.

Stesso problema Apple: tra dieci anni, riuscirai a recuperare un file creato da Pages? (hai un Apple e non sai cos'è Pages? non lo usi nemmeno? beh, hai ragione: i prodotti Microsoft sono universali e sono compatibili col resto del mondo).

I formati proprietari (come il deprecabile EMLX della Apple) sono un problema atroce, perché dopo un po' di anni scopri che non sono supportati più nemmeno dalla software-house che li ha inventati (sempreché esista ancora).

1 commento:

  1. Non passa settimana che non venga cliccata questa pagina.

    Perbacco.

    Vuol dire che c'è un vero esodo da Mac OS X verso Linux.

    Uno "switch" al contrario. Uno switch-back da Apple Mac OS X a Linux! ;)

    RispondiElimina