Proseguono i "post" in cui spiego perché sono deluso dai prodotti Apple...
Sono diventato "Mac-user" nel 2005 solo per motivi di costo, anche se il primo Apple che avevo adocchiato era un Apple III (quando costava otto milioni e mezzo), poi l'Apple Lisa e poi altri ancora...
Non mi sono mai veramente preoccupato del "cambiare architettura" e diventare "incompatibile col resto del mondo" (cioè con Windows). Ma volevo che ciò fosse giustificato. Nel marzo 1994, mentre tutti passavano da MS/DOS a Windows 3.1, io passavo a Linux: ciò che è successo in questi quindici anni è una continua conferma che fu una scelta giusta.
In tutti questi anni non mi sarebbe mai dispiaciuto comprare un Apple pagandolo quanto un PC. Solo che gli Apple costavano molto più dei PC (come sempre). Lo stesso discorso è valido per altre architetture comparse (e spesso scomparse) nel frattempo.
L'importante è che un computer faccia bene quel che deve fare, dia la possibilità di smanettarvi, e che abbia costo ragionevole.
Il Powerbook da tremila euro che comprai tra fine aprile e inizio maggio 2005 aveva almeno le prime due di queste tre caratteristiche.
Una delle prime "operazioni" fu quella di ricompilare, da finestra Terminale, un mio grosso software in C++ per la generazione delle pagine del mio sito web. Funzionò al primo colpo, facendomi pensare che il passaggio da Linux ad Apple fosse pressoché indolore.
Ahimé, mi sbagliavo di grosso.
Il Powerbook faceva "abbastanza bene" quel che doveva fare... nel senso che per navigare dovevi ricorrere a Firefox, poiché Safari era poco compatibile. Il programma di Mail era alquanto spartano (lo è ancor oggi). Si poteva smanettare con la programmazione... solo entro certi limiti, poiché i servizi di sistema non hanno mai brillato per pulizia ed organizzazione (come invece avviene per Linux). Costo "ragionevole"... non ne parliamo proprio: mi pentirò molto presto di aver investito tremila euro per un computer portatile "al top del top" della gamma.
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