1. Flessibilità
Mac OS X è talmente "user-friendly" che non è flessibile. Certe scelte di Apple (come per esempio la barra del menù in cima allo schermo e il Dock in basso) sono assolutamente insindacabili. Si può scegliere qualche "tema" del desktop, ma non si può scegliere "il desktop" (un'intera filosofia) come avviene nelle distribuzioni Linux.
2. Costo reale
Chiunque abbia mai sfogliato i vari siti web di software per Apple (a cominciare da quello di Apple stessa) noterà che la stragrande maggioranza del software è a pagamento. Non parlo solo dei "mammoni" come Microsoft Office, FrontRow, etc. Parlo di quella miriade di piccole utility a 29€, 19€, 9,99€... dopo che hai speso mille-duemila euro per avere il Mac, ti tocca spenderne qualche altro migliaio per avere il resto degli indispensabili add-on che sotto Linux erano tutti gratis (o cercare per mesi quei simpatici "crack" e beccarti magari un Trojan).
3. Open Source
Sotto Linux è tutto gratis. Per di più, per quella maniacale fissazione dell'open source, non solo è tutto gratis, ma hai anche la garanzia che non ci saranno sorprese: con i sorgenti distribuiti dappertutto, se per assurdo qualcuno si azzardasse a piazzare una backdoor o qualche malware, miliardi di occhi lo vedrebbero e la sua storia sarebbe finita per sempre. E non finisce qui: con tutto quell'open source, chiunque può fare migliorie e correzioni - altro che i bug introdotti inevitabilmente dalla furia di programmatori che non vedono l'ora di andare in ferie...
Non solo il software per Linux è praticamente tutto open-source, ma è anche assai più diffuso. Qualcuno si è divertito a cercare su Freshmeat.net: Linux, dodicimila risultati, OS X millecinquecento. D'accordo, Freshmeat per lo più tratta progetti open-source, allora prova con Google cercando "OS X software" e "Linux software". Risultati: 46 milioni di pagine a Linux, e 19 milioni per OS X.
4. Command-line
Quando ci vuole, ci vuole. La command-line permette i task amministrativi più impossibili in tempi ridottissimi. Ma sebbene anche il Mac OS X abbia il suo bravo accesso da terminale e il suo modo "single user", il grosso dei compiti amministrativi è estremamente criptico o semplicemente impossibile anche ad un esperto di Unix. Per le operazioni più elementari (per esempio: installare un pacchetto, definire il routing, avviare un servizio...) talvolta non bastano le più arzigogolate acrobazie. Sul Mac, infatti, il terminale è un'utility accessoria. Al contrario, la filosofia della command-line ha permesso l'installazione di Linux sui dispositivi più diversi: dagli orologi ai supercomputer, dai telefonini ai router, dai set-top-box ai netbook...
5. Quanto hardware richiede
È alquanto noto che i requisiti minimi per l'installazione di Linux sono sistematicamente più bassi di quelli di Windows e di Mac OS X, ed è anche noto che a parità di hardware installare Linux significa veder andare più velocemente la macchina. Solo i Mac-user più fanatici citeranno i benchmark (prodotti ad hoc da altri Mac-user più fanatici di loro) sui quali OS X parrebbe più veloce di Linux, ma i risultati reali "sul campo" sono decisamente diversi, al punto che per far rivivere una vecchia macchina Apple è sufficiente installarvi Linux.
6. Sicurezza
La leggenda del Mac OS X "sicuro" sta da tempo mostrando le sue numerose crepe. Un paio di esempi: la Apple è stata l'ultima ad aggiornare il bind, con mesi di ritardo di fronte ad una delle più pericolose falle della storia di internet; nella competizione "Pwn2own" il Mac OS X fu craccato per primo per una falla in Safari; seguì il crack di Windows (per una falla di Adobe, non della Microsoft) e infine... Linux, come al solito, non ebbe danni. E che dire della pagina "compratevi l'antivirus" sul sito ufficiale Apple qualche mese fa e che ha fatto scalpore in tutto il mondo?
Ma la sicurezza è anche nei tool disponibili per blindare il proprio sistema, che non sono banalmente riducibili ad un antivirus e un firewall. Il mio sistema Linux è protetto anche senza le paranoie del firewall, perché non lascio aperte porte che non servono (di default, le installazioni Linux sono sempre così: nascono già "protette"). E comunque Linux si può proteggere in molti altri modi e a molti livelli diversi.
7. Portabilità
Portare un software Linux da un'architettura ad un'altra (per esempio da x86 a PPC) richiede nella quasi totalità dei casi una banale ricompilazione. Portare da Mac a Windows è come portare da Linux a Mac: occorre spesso e volentieri ridisegnare il tutto, talvolta riscriverlo da zero. Linux è uno standard "molto più universale" del Mac.
8. TCO: total cost of ownership
Anche volendo usare il metodo TCO, inventato da Microsoft per pubblicizzare sé stessa, ne segue che Linux è più economico del Mac e di Windows, poiché il software Linux costa sempre zero. Il costo dell'expertise necessaria è bassissimo. Il costo dell'hardware è bassissimo, visto che anche con un economicissimo notebook da trecento-quattrocento euro trovato al supermercato si ottiene un sistema paragonabile (e talvolta superiore) al Macbook più economico, solitamente venduto a non meno di mille euro.
Per quanto riguarda OSX ti do pienamente ragione, però voglio ricordarti una cosa .
RispondiEliminaoltre il 50% del software disponibile Open Source è Only for Windows il restante 50 è Multi windows compreso.
PS. Hai provato Windows 7 ?
Sinceramente, non ho alcuna fretta di provare Windows 7.
RispondiEliminaAnche se sono curioso di vedere, a parità di hardware, se e quanto è meglio di Mac OS X...!