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Penso che questa foto rappresenti una delle più grandi invenzioni propagandistiche della Apple.
A meno che non vogliamo considerare come normale il fatto che le linee intel (MacBook e MacBook Pro) consumano praticamente quanto le linee PowerPC (i vecchi iBook e Powerbook).
Ricordo - non senza ridere di gusto - che i primi Macbook e Macbook Pro in alcuni casi addirittura perdevano il confronto con i PowerPC equivalenti. Lì si inventarono scuse di ogni genere: Rosetta, emulazione, prodotto non ancora maturo, etc.
E questo rapporto di settanta a quindici illustrato da Jobs... ancora oggi, a fine 2008, non si è realizzato.
Se si fosse realizzato, dovremmo avere un MacBook Pro che fili veloce a badalòcco, almeno quanto un Powerbook G4 a sette gigahertz equivalenti, con batteria che duri ugualmente quattro ore abbondanti (come il Powerbook G4 17" nuovo). E invece...
Quel passaggio a Intel, nel 2005, pomposamente garantito dallo slogan "Performance per Watt" (e in minuscolo: "projected", a scanso di denunce e tribunali)... è servito solo a produrre PC compatibili cinesi che costano il triplo perché hanno una mela sul case.
Alcuni difettucci - vado a memoria - comparsi in questi ultimi tre anni nei prodotti Apple: tastiere ingiallite dal calore del case, surriscaldamenti durante il funzionamento, inopinatissimi "freeze" senza motivo, batterie esplosive, alimentatori sottodimensionati (servivano 85W, la Apple ne dà a 65W: alla faccia delle performance per watt), connettori MagSafe che si squagliano per il loro stesso calore, display da 256mila colori spacciati per 16 milioni di colori, schede video a orologeria (si guastano appena scade la garanzia... oppure si guastano non appena giocate una partita ad un videogame che sfrutta l'accelerazione 3D), eccetera.
Un difettuccio può capitare a tutti. Ma difettucci numerosi e frequenti sono un indicatore di una politica aziendale tutt'altro che condivisibile, specialmente da parte di un'azienda che vive anzitutto del mito creato sul proprio marchio e dello "zoccolo duro" dei suoi clienti affezionati.
Talmente affezionati che considerano normale dover far frequentemente visita al centro assistenza (nella speranza che il tutto sia coperto da garanzia)... e che gioscono quando il titolo AAPL sale in borsa, anche se non hanno azioni.
A meno che non vogliamo considerare come normale il fatto che le linee intel (MacBook e MacBook Pro) consumano praticamente quanto le linee PowerPC (i vecchi iBook e Powerbook).
Ricordo - non senza ridere di gusto - che i primi Macbook e Macbook Pro in alcuni casi addirittura perdevano il confronto con i PowerPC equivalenti. Lì si inventarono scuse di ogni genere: Rosetta, emulazione, prodotto non ancora maturo, etc.
E questo rapporto di settanta a quindici illustrato da Jobs... ancora oggi, a fine 2008, non si è realizzato.
Se si fosse realizzato, dovremmo avere un MacBook Pro che fili veloce a badalòcco, almeno quanto un Powerbook G4 a sette gigahertz equivalenti, con batteria che duri ugualmente quattro ore abbondanti (come il Powerbook G4 17" nuovo). E invece...
Quel passaggio a Intel, nel 2005, pomposamente garantito dallo slogan "Performance per Watt" (e in minuscolo: "projected", a scanso di denunce e tribunali)... è servito solo a produrre PC compatibili cinesi che costano il triplo perché hanno una mela sul case.
Alcuni difettucci - vado a memoria - comparsi in questi ultimi tre anni nei prodotti Apple: tastiere ingiallite dal calore del case, surriscaldamenti durante il funzionamento, inopinatissimi "freeze" senza motivo, batterie esplosive, alimentatori sottodimensionati (servivano 85W, la Apple ne dà a 65W: alla faccia delle performance per watt), connettori MagSafe che si squagliano per il loro stesso calore, display da 256mila colori spacciati per 16 milioni di colori, schede video a orologeria (si guastano appena scade la garanzia... oppure si guastano non appena giocate una partita ad un videogame che sfrutta l'accelerazione 3D), eccetera.
Un difettuccio può capitare a tutti. Ma difettucci numerosi e frequenti sono un indicatore di una politica aziendale tutt'altro che condivisibile, specialmente da parte di un'azienda che vive anzitutto del mito creato sul proprio marchio e dello "zoccolo duro" dei suoi clienti affezionati.
Talmente affezionati che considerano normale dover far frequentemente visita al centro assistenza (nella speranza che il tutto sia coperto da garanzia)... e che gioscono quando il titolo AAPL sale in borsa, anche se non hanno azioni.
Secondo me dovresti trovarti una ragazza, ormai hai la testa che scoppia!
RispondiEliminaAlmeno a capodanno stappa una bottiglia, a costo di pagarla.
:-D