giovedì 11 dicembre 2008

Chi è il furbo, e chi è il fesso...

clipped from furbo.org
Un programmatore si lamenta della Mela: la politica dell'App Store spinge a vendere software usa-e-getta, marchiato dal prezzo da mercatino rionale "0,99$".

Pertanto un'applicazione seria (stimata in tre mesi-uomo, investimento totale di 80.000$) per "rientrare" nelle spese dovrebbe vendere 115.000 copie a 0,99$ ciascuna.

Si parla di professionisti, non dei programmatori sottopagati come in Italia. Professionisti che alla fine dei conti costano anche 225.000$ per nove mesi-uomo di lavoro (cioè, per esempio, tre persone per tre mesi): vendere a 0,99$ comporterebbe la necessità di vendere almeno 322.000 copie prima di "pareggiare" il bilancio.

E così è andata a finire che in mezzo a una miriade di piccole applicazioni più o meno inutili, la Apple ha replicato in maniera anche peggiore l'errore già commesso in un decennio di Symbian.

L'autore della lettera aperta a Steve Jobs pubblicata su www.furbo.org ci ricorda che oggi la gente che ha l'iPhone non capisce che un software da 2,99$ può valere molto più del triplo del solito munnezzaware ("crapware") da 0,99$...

"Con questi numeri, è impensabile che una killer-app possa essere creata e venduta a 0,99$".

Aggiungo io: "a meno che un singolo sviluppatore amatoriale non ci si dedichi senza limiti di tempo".

Se non ci riesce, allora l'App Store va bene lo stesso. Ma se ci riesce, la Apple avrà sfruttato (di fatto sottopagandola) l'abilità di un bravo programmatore. Ed è di fronte a questo genere di situazioni critiche che un bravo programmatore o si lancia nell'open source, o si dedica a qualcosa di diverso che l'informatica.

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