La recente liberalizzazione del gioco d'azzardo on-line in Italia è veramente un'altra colossale tassa sulla stupidità.
Giocare d'azzardo contro una pallina che ruota nella roulette o nel cestello del lotto, oppure contro un giocatore che ha le carte pescate dallo stesso mazzo da cui hai pescato tu, ha ancora qualcosa di fisico (cioè di controllabile): è alquanto complicato imbrogliare.
Invece, il giocare contro una macchinetta mangiasoldi, o addirittura giocare contro una pagina web, significa aver a che fare con un software che ha già deciso in partenza, ancor prima che giochi, se sei uno dei novecentonovantanove polli da spennare, o se sei il millesimo pollo a cui concedere una piccola vincita in modo da farti mantenere il vizio.
La psicologia dei giochi d'azzardo è interessantissima, perché il giocatore continua a giocare, sia che vince, sia che perde.
Organizzare giochi d'azzardo su internet è comodissimo: una volta lanciato il software, bisogna solo aspettare che arrivino i soldi. Padri di famiglia si sveneranno pur di vedere sul loro browser quel JPEG lì anziché quel JPEG là. Gente già squattrinata si dissanguerà pur di dire che dopo cento euro persi, ha Vinto Cinque Euro. Giovani imbecilli salasseranno i portafogli dei genitori, pur di dire ai loro compagni di classe che si sono divertiti a provarci (come se bruciar soldi fosse un divertimento).
Io non ho mai giocato d'azzardo. Neanche al lotto o all'enalotto. Neppure la schedina. Con tutti i soldi delle schedine che non ho giocato (grandissima parte delle quali sarebbe stata in perdita), è come se fossi diventato ricco (nel 2003 ho infatti comprato un telefonino da ottocento euro, poi un migliaio abbondante di euro per fotocamera digitale e accessori, poi nel 2005 ho comprato un Macintosh da quasi tremila euro, e dal 2006 a oggi ho speso oltre duemila euro di mattoncini LEGO... invece di dare tutti quei soldi agli organizzatori di lotterie e giochi d'azzardo, li ho spesi per me! goduria!).
La foto qui sotto è spettacolare, è ripresa da una località dell'interno del Giappone, di cui non ricordo più il nome. Magari i prossimi soldi saranno per una mega-vacanza in Giappone (e magari senza passare per la costosissima Tokyo).
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