venerdì 6 novembre 2009

Errore di uno, colpa di tutti

Se volete mettere in cattiva luce qualcuno che scrive o parla scostandosi dalla corrente principale delle spiegazioni di certi grandi fatti, bollatelo come ‘teorico della cospirazione’, o ‘complottista’. È uno stigma molto comodo, un potente silenziatore, una densa notte che cala su tutte le vacche e le fa tutte nere.
Il ‘complottista’ sarà così iscritto a forza in un club popolato da mitomani, falsari, mestatori e dilettanti paranoici, agenti pagati per creare confusione, ufologi monotematici e così via. Lo isolerete abbastanza da lasciargli il dubbio che le sue non siano le stesse sofferenze di Galileo, ma le solitudini di chi ha imboccato un vicolo cieco, quello che costeggia il manicomio.
Pino Cabras - Strategie per una guerra mondiale. Dall\
L’errore specifico di un complottista sarà l’errore definitivo di tutti i complottisti. La paranoia di uno sarà la macchia che sporca le ragioni di tutti gli altri associati del grande club forzoso, che essi lo vogliano oppure no.
Quando "l'errore di uno" viene presentato come "colpa di tutti", a cosa dobbiamo pensare?

Quando una pur diffusa stupidità viene usata per bollare in un colpo solo un'intera "categoria" (di gente che non desiderava affatto essere "cattegorizzata"), cosa pensare?

Il perbenismo moderno include perciò il pregiudizio obbligatorio verso le categorie "diversamente pensanti" (verso coloro che pensano in modo anche solo leggermente diverso dal Pensiero Unico Ufficiale ed Accettato).

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