lunedì 2 marzo 2009

Làcreme napulitàne (43)

Ó cinés' è passàt'nnànz'ó barcón' rà'nf'rmèr'; p'tramènt'ó càn' ó'lluccàv' - waù, waù - chìll'ó cinés' s'ódducchiàv', e sicuramènt' s'p'nzàv': sà cómm'è sapurìt'! Si s'n'accòrgia padrón'...


Il cinese è passato innanzi il balcone della infermiera; nel frattempo il cane lo urlava - baù baù - quello il cinese se lo adocchiava e sicuramente si pensava: sai come è saporito! Se se ne accorge la padrona...


(Traduzione non letterale: l'immigrato cinese, nell'attraversare la strada, passava davanti al balcone della signora che veste spesso di bianco e perciò viene soprannominata "l'infermiera"; il cane, con atteggiamento più di legittima difesa che di razzismo, abbaiava fortemente all'indirizzo dell'extracomunitario ma quest'ultimo, per le sue incomprensibili tradizioni alimentari, lo scrutava con l'espressione di un buongustaio che adocchia una pietanza saporita - dopotutto, nei vicoli di Napoli tutti sono convinti che i cinesi si mangiano i cani, specialmente da quando il TGCOM disse che i cinesi al ristorante si mangiano perfino i cani San Bernardo! Eh, se la padrona del cane si accorge che il suo amato Fuffi è oggetto degli appetiti della comunità dei cinesi, lo dovrà nascondere in casa e blindare la porta...)

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