Se, ad esempio, si cerca la candidata del PDL Laura Comi su Google Italia appare in alto un risultato a pagamento che punta al sito del partito democratico.
Anche su Facebook è montata la polemica e l’onorevole Antonio Palmieri ha scritto una nota dove evidenzia il fenomeno e invita i sostenitori a cliccare più volte sull’annuncio per “dissanguare” economicamente chi sta sostenendo la campagna avversaria.
Divertente situazione, da aggiungere alla categoria del "mai utilizzare tecnologie che non padroneggi".
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