Il "Laughing Man" è solo della prima serie di Ghost in the Shell.
Il plot è chiaro: il Laughing Man ha cominciato tutto da solo, e poi i poteri forti ne hanno sfruttato il nome per attentati e ricatti. Ecco perché stanarlo era così difficile (ed anche il motivo per cui la sezione 9 ha passato quel che ha passato)... finché non è rientrato sulla scena personalmente.
L'oscuro personaggio diabolico finale lo rivedrai nella seconda serie di episodi di GitS, e sarà indispensabile per capire la connessione tra la prima e la seconda serie.
Ho visto anch'io Cowboy Bebop e condivido il giudizio positivo (personaggi ben caratterizzati e ottime musiche).
Ma finora non ho trovato ancora niente che abbia una profondità "filosofica/religiosa" paragonabile a GitS (figurarsi trovarne una con un'animazione altrettanto di primissima classe). Nelle altre serie si racconta una storia, si cerca di presentare una visione già definita, si vuole dare un messaggio preciso: invece in GitS l'autore riflette, propone, tira lui stesso le conseguenze e "risponde" con coerenza e onestà anche quando si sente contraddetto. Ecco perché certi personaggi (Batou anzitutto) sono "umani, troppo umani" nonostante l'elevata cyborghizzazione: l'autore non può fare a meno della realtà oggettiva, non può nascondere ciò che è evidente a tutti. GitS è una serie in cui l'autore "indaga".
Altri autori hanno tentato di "filosofeggiare"... ma finiscono sempre tra l'onirico e l'ermetico (come ad esempio Serial Experiments Lain, da epidemia di mal di testa); non ho visto (né avuto notizia) finora di una riflessione a cuore aperto come GitS.
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