Il certificato di circolazione del Garelli Gulp-matic 351 emesso della Motorizzazione di Como... di fronte alla manona di Como!
sabato 31 dicembre 2016
martedì 27 dicembre 2016
La Cina è vicina!
Sto quasi quasi considerando l'acquisto di qualcuno di questi simpatici alimentatori 50V 15A (miézzega, picciotto!):
Input: da 6 a 60 volt (almeno un volt in più di quanto si chiederà in output)
Output: tensione da 0 a 50 volt regolabili a step di 0.01V
Output: corrente fino a 15 ampere (max 750 watt) regolabili a step di 0.1A
Essendo una cineseria, l'efficienza non è spettacolare e il ripple lascia a desiderare (specialmente con carichi notevoli). Per esempio, con un output di 12V 14A (168 watt) il rumore è:
Input: da 6 a 60 volt (almeno un volt in più di quanto si chiederà in output)
Output: tensione da 0 a 50 volt regolabili a step di 0.01V
Output: corrente fino a 15 ampere (max 750 watt) regolabili a step di 0.1A
Essendo una cineseria, l'efficienza non è spettacolare e il ripple lascia a desiderare (specialmente con carichi notevoli). Per esempio, con un output di 12V 14A (168 watt) il rumore è:
- 65mV RMS e 300 mVpp se in input erano 20V
- 30mV RMS e 310 mVpp se in input erano 40V
- 65mV RMS e 420 mVpp se in input erano 60V
Nel suo store ufficiale (RD Tech) costa attorno ai 36 euro.
lunedì 26 dicembre 2016
domenica 25 dicembre 2016
Dal concerto per chitarra elettrica e orchestra
Yngwie J. Malmsteen e New Japan Philarmonic: Icarus Dream Fanfare.
Da: Concerto Suite for Electric Guitar and Orchestra in E Flat Minor Op.1.
Tokyo, 2002.
Da: Concerto Suite for Electric Guitar and Orchestra in E Flat Minor Op.1.
Tokyo, 2002.
sabato 24 dicembre 2016
mercoledì 21 dicembre 2016
martedì 20 dicembre 2016
lunedì 19 dicembre 2016
Micetto famelico tenta di scassinare il dispenser
Insomma, vendono questo prodotto Automatic Robotic Distributor Mangim Per Gatt Affamat ver. 1.0.0 superpotente e iperveloce (in compenso costa 150 euro).
Risultato: il gatto tenta di hackerarlo. Ecco il video:
Tipo Homer Simpson che tenta di arrubbare le merendine dal distributore automatico:
Morale della favola: è stato necessario proteggere l'aggeggio robotico mediante un inscatolamento in acciaio rinforzato, per evitare di ritrovarsi un gatto obeso:
Il resto dell'articolo è su Quinn Dunki.
Risultato: il gatto tenta di hackerarlo. Ecco il video:
Tipo Homer Simpson che tenta di arrubbare le merendine dal distributore automatico:
Morale della favola: è stato necessario proteggere l'aggeggio robotico mediante un inscatolamento in acciaio rinforzato, per evitare di ritrovarsi un gatto obeso:
Il resto dell'articolo è su Quinn Dunki.
domenica 18 dicembre 2016
sabato 17 dicembre 2016
venerdì 16 dicembre 2016
giovedì 15 dicembre 2016
Accessori indispensabili per il trenino
Siccome sto completando il nuovo trenino LEGO a tappe forzate, è ora di comprare anche due accessori indispensabili: un vero berretto da capostazione e una paletta da capostazione, da indossare e usare quando gioco con il trenino:
Nei trenini della concorrenza, il berretto da capostazione è incluso nella confezione.
Il fischietto con pallina già ce l'ho, e anche la giacca. Il display a LED della Sysco è meglio di no, sarebbe un po' troppo overboard e avrebbe la colonna "RIT" troppo realistica:
Nei trenini della concorrenza, il berretto da capostazione è incluso nella confezione.
Il fischietto con pallina già ce l'ho, e anche la giacca. Il display a LED della Sysco è meglio di no, sarebbe un po' troppo overboard e avrebbe la colonna "RIT" troppo realistica:
Categoria
LEGO
lunedì 12 dicembre 2016
Azz, ma qui hanno tutti il camper!!
Foto scattate in un paesetto ad interesse turistico pressoché zero (dunque i camper sono dei residenti), nell'arco di appena duecento metri di strada!
Gran finale: sette camper nel parcheggio condominiale!
domenica 11 dicembre 2016
Stato avanzamento lavori trenino
Il progetto iniziale era un po' troppo ambizioso: due semipilota (in testa e in coda) e quattro trainate. Per cui meglio la composizione fissa tipica del TAF (semipilota, due trainate, semipilota), così invece di un trenino ne ho due uguali.
Ora sorge il tremendo dubbio: quale colore distintivo per la livrea? In grigio chiaro (194: Medium Stone Gray) oppure in grigio scuro? (199: Dark Stone Gray). Quest'ultima versione è più prossima ai Vivalto; mi sembra un po' più funerea, ma forse ho un conflitto d'interessi perché ho parecchi pezzi Medium Stone Gray da smaltire.
I colori di alcune features sono obbligatori o per pezzi che ho già a disposizione (le porte), o per i costi esagerati (le mezze finestre), o per la mancanza di colori corrispondenti (per questo le due colorazioni sono leggermente diverse).
Requisiti fondamentali del progetto:
Ora sorge il tremendo dubbio: quale colore distintivo per la livrea? In grigio chiaro (194: Medium Stone Gray) oppure in grigio scuro? (199: Dark Stone Gray). Quest'ultima versione è più prossima ai Vivalto; mi sembra un po' più funerea, ma forse ho un conflitto d'interessi perché ho parecchi pezzi Medium Stone Gray da smaltire.
I colori di alcune features sono obbligatori o per pezzi che ho già a disposizione (le porte), o per i costi esagerati (le mezze finestre), o per la mancanza di colori corrispondenti (per questo le due colorazioni sono leggermente diverse).
Requisiti fondamentali del progetto:
- "8-wide"
- bassa clearance (per incarrozzamento a livello)
- double-decker con due file di posti a sedere anche nei mezzanini
- in ogni area passeggeri una minifig deve poter stare in piedi
- fari locomotore funzionanti
- uso del battery-box PowerFunctions (quello grosso, 4x11x7, con pile stilo)
- rodiggio motrice: B-2 (carrello motore in testa) oppure B-B (entrambi carrelli motori)
- tetti staccabili per ispezione e cambio batterie
- pochi stud a vista
Caratteristiche delle trainate:
- lunghezza 36 stud (lo chassis è il classico 6x34)
- due vere file di sedili separate da corridoio centrale (2+2+2 stud di larghezza interna)
- ventisei posti a sedere per minifig in ogni vettura
- due scale interne
- posti passeggeri totali: 196 (92 a sedere più 104 posti in piedi)
- battery-box allineato sul carrello motore di testa: massima aderenza ruote motrici
- può ospitare due macchinisti sebbene in condizioni non comodissime
- la stazione richiede 112 stud (3.5 baseplate)
- il treno completo è lungo 156 stud (quasi 5 baseplate), cioè quasi 125 cm
- il treno completo è composto da quasi 2200 parts
- le uniche aree snot sono servite per il parallelogramma giallo su cui mettere un adesivo col marchio aziendale e per il maniglione verticale accanto alla finta porta nera di accesso del macchinista.
Sagoma limite per le gallerie e stazioni:
- altezza dal suolo (incluso armamento): 13 brick + 4 brick per il pantografo
- larghezza: 10 stud (in realtà 8 più mezzo stud di sporgenze extra per lato)
- la banchina di una stazione richiede un'altezza di appena 4 plate per l'incarrozzamento a livello
Nota: a causa della larghezza (8-wide) è stato necessario realizzare un simulacro del treno per verificare la possibilità di affrontare le curve più strette. La prova ha dato esito positivo.
Il punto più debole delle strutture è nella parte ribassata della vettura semipilota, le cui travi sono poggiate-incastrate anziché portanti.
sabato 10 dicembre 2016
Fare la spesa al supermercato
Video tremendamente realistico (basta guardare il primo minuto):
Clamoroso il momento in cui annuncia gli sconti sui LEGO (ma non sulle marche cinesi "compatibili").
Clamoroso il momento in cui annuncia gli sconti sui LEGO (ma non sulle marche cinesi "compatibili").
sabato 3 dicembre 2016
mercoledì 30 novembre 2016
Anche il TAF originale è brutto
Ispirato dall'orrendo TAF di Trenord, smanettando con il LEGO Digital Designer ho messo insieme quest'orrore di vagone a due piani. Le minifig sono in giallo trasparente in modo da eliminarle dall'inventario dei pezzi necessari.
Ora mi tocca solo ricolorarlo in modo decente (e in modo da sfruttare i parecchi pezzi grigi e blu che ancora mi avanzano).
Ora mi tocca solo ricolorarlo in modo decente (e in modo da sfruttare i parecchi pezzi grigi e blu che ancora mi avanzano).
Categoria
LEGO
martedì 29 novembre 2016
Aaaah! È l'ora della tisanella
Eccola qua! Sempre dell'Angelica. Ricordo ai bei tempi quando la confezione da 20 filtri costava tre euro... |
lunedì 28 novembre 2016
Yay! I outsmarted my neighbors
Every time I go for some citrus fruits, eyeing neighbors secretly X-ray me and my bags planning some multi-faceted strategy to get some to -erm- taste. My countermove has always been the classic RDE (randomize, deceive, extenuate) but today I felt something was wrong: it was time to go off-plan to minimize risk. I packed a bag of tangerines as a bait and quickly went home. Biking across a road I was spotted by patrolling neighbors - one of them decided to take advantage of the opportunity. A few minutes later, she came home all "ooh" and "aah" about citrus fruits while I was going out again, but only happened to see the bag of ugly tangerines out there. I went to grab the second bag, the one sporting the precious grapefruits, lemons and kumquats (way more interesting than the common tangerines), and sneaked in while she was still there chitchatting with my parents, quickly hiding my treasure. Mission accomplished!
Left to right: Citrus × paradisi, Citrus tangerina, Citrus limon, Citrus japonica (金柑).
Left to right: Citrus × paradisi, Citrus tangerina, Citrus limon, Citrus japonica (金柑).
sabato 26 novembre 2016
Il CED di Geocities nel 1999
Pubblicai il mio primo sito web nella primavera del 1998, cioè quando scoprii che Geocities permetteva l'iscrizione gratuita. Avevo appena comprato una fotocamera digitale da un megapixel (uno solo), una Kodak DC210+ ancor oggi funzionante (risoluzione 1152x864, zoom 29-58mm equivalenti, memory card da 8 Mb: mi costò 1.049.000 lire), e un notebook Acer Extensa 355 (Pentium MMX 150 MHz con 16 mega di RAM e display 800x600x64k, che mi costò 1.320.000 lire, prezzo eccezionale per l'epoca, visto che i notebook costavano tutti puntualmente almeno "due sei e novanta più iva").
Siccome ero un giovine giovincello commisi il madornale errore di non avere su disco una copia di backup di quel sito web: "tanto è su internet, chi lo cancellerà mai?". Infatti diversi anni dopo Geocities prima cancellò a volontà e poi fallì, e solo una parte di quei siti web pubblicati gratis si è accidentalmente salvata (oggi rintracciabile su Reocities; il mio sito era sotto Athens/ithaca e non c'è più).
Ho scoperto che un tizio visitò nell'estate del 1999 il centro elaborazione dati di Geocities, con tutti i server Sun e storage JBOD ("just a box of disks", già di moda all'epoca), e scattò alcune epiche foto come questa:
Siccome ero un giovine giovincello commisi il madornale errore di non avere su disco una copia di backup di quel sito web: "tanto è su internet, chi lo cancellerà mai?". Infatti diversi anni dopo Geocities prima cancellò a volontà e poi fallì, e solo una parte di quei siti web pubblicati gratis si è accidentalmente salvata (oggi rintracciabile su Reocities; il mio sito era sotto Athens/ithaca e non c'è più).
Ho scoperto che un tizio visitò nell'estate del 1999 il centro elaborazione dati di Geocities, con tutti i server Sun e storage JBOD ("just a box of disks", già di moda all'epoca), e scattò alcune epiche foto come questa:
In uno dei dischi di quei 15 armadi di Geocities c'era il mio primo preziosissimo sito web ferroviario! |
lunedì 14 novembre 2016
La profezia sulle suonerie si è avverata!
Con inaudita precisione, il telefilm Get Smart aveva previsto alla perfezione l'avvento delle suonerie dei telefonini. Ecco il video:
martedì 8 novembre 2016
Come atterra uno Shuttle
Per chi orecchia un po' di inglese: ecco un video di 18 minuti in cui viene spiegata in maniera comica - ma tecnicamente precisa - la procedura di atterraggio dello Shuttle: come fa da quasi 28.000 km/h in orbita a decelerare, indovinare la traiettoria vicina alla pista di atterraggio, e centrare la pista.
Con grafici e freccette e qualche video dall'interno dello Shuttle stesso.
Alcuni termini usati:
Con grafici e freccette e qualche video dall'interno dello Shuttle stesso.
Alcuni termini usati:
- nell'atmosfera scende con un'angolo di 30° (rispetto ai tipici 3° di un aereo in atterraggio), a velocità verticale da "caduta libera" di un paracadutista (10.000 piedi al minuto, cioè 50 metri al secondo);
- la pista di atterraggio è di soli 15.000 piedi (più quattro chilometri e mezzo), ma ci arriva come un "mattone volante" (per cui abbisogna della frenata coi paracadute)
- siccome nessuno vuol sentirsi chiamato "copilota"... allora i ruoli sono "Comandante" e "Pilota"
- "piccolo problema: abbiamo le ali... e le ali generano portanza"
- la tecnologia fly-by-wire è quella in cui il computer fa tutto, e l'umano si limita a dare i comandi (muovere la cloche serve solo a indicare al computer quale manovra si intende fare)
- l'aria "va a fuoco" per l'eccessiva pressione (a causa della velocità) - è lo stesso principio per cui i meteoriti che impatterebbero la Terra si bruciano nell'atmosfera. Per questo non è consigliabile lasciarsi direttamente "cadere" nel pozzo gravitazionale.
Non fatemi tradurre "this isn't rocket science!"
p.s.: dopo la visione di questo video, tutti i film e cartoni animati in cui qualche astronave spaziale rientra sulla Terra praticamente verticalmente e centrando comodamente il punto di atterraggio, faranno ridere i polli.
lunedì 7 novembre 2016
Quattro pile
Come volevasi dimostrare: il pacco batterie della buonanima del notebook AMD che la megaditta mi comprò nel lontano 2011 è composto da quattro pile e da un circuitino di ricarica con uno spazio vuoto in cui in teoria potrebbe entrarcene una quinta.
L'etichettina interna sotto una delle batterie indica come data di assemblaggio 31 agosto 2010 (era quindi già vecchia di quasi un anno quando la megaditta mi omaggiò il notebook nuovo di pacca).
Le pile sono NCR 18650 Li-Ion "MH12210" marchiate Made in Japan (i cinesi non sanno ancora farle bene), incollate al fondo e saldate in serie.
Il circuito di ricarica le gestisce singolarmente, ed è connesso:
Dopo mesi che non la carico, riporta 12,6V a vuoto (3.15, 3.07, 3.16, 3.17 singolarmente).
L'etichettina interna sotto una delle batterie indica come data di assemblaggio 31 agosto 2010 (era quindi già vecchia di quasi un anno quando la megaditta mi omaggiò il notebook nuovo di pacca).
Le pile sono NCR 18650 Li-Ion "MH12210" marchiate Made in Japan (i cinesi non sanno ancora farle bene), incollate al fondo e saldate in serie.
Il circuito di ricarica le gestisce singolarmente, ed è connesso:
- rosso, al polo positivo (in fondo a sinistra)
- nero, al negativo (in fondo a destra)
- giallo, tra la prima e la seconda
- blu, tra la seconda e la terza
- grigio, fra la terza e la quarta
Dopo mesi che non la carico, riporta 12,6V a vuoto (3.15, 3.07, 3.16, 3.17 singolarmente).
mercoledì 2 novembre 2016
martedì 1 novembre 2016
venerdì 28 ottobre 2016
Il cancro eBay si estende ad Amazon
A proposito dei portatilini trovati ieri.
Da diversi anni ho smesso di fare acquisti su eBay per due motivi: troppe cineserie e troppi truffatori.
Il truffatore non è necessariamente quello che prende i soldi e scappa. È anche quello che ti invia un pezzo "ricondizionato" (o merce di dubbia provenienza) facendotelo pagare per nuovo. O quello che ti fa pagare un prezzo praticamente da negozio e ti dà come garanzia la sua parola e come contatto un numero di telefono inesistente.
Il truffatore non è necessariamente un esperto. Il più delle volte è un idiota disposto a rischiare perfino la galera, pur di fregarti qualche euro.
Amazon da un po' di tempo ha deciso di fare concorrenza a eBay (attirando così i truffatori) attivando l'Amazon Marketplace, cioè mettendo i prodotti di venditori "esterni" nello stesso catalogo di quelli venduti e spediti da Amazon. Il manager super cretino che ha progettato questa cosa pensava che così il catalogo sarebbe cresciuto dando ampia scelta di prezzi (e invece nove volte su dieci il prezzo migliore è quello di Amazon, e la decima volta è quando Amazon ha esaurito lo stock).
Ecco un esempio di sospetto sul Marketplace che ieri sera offriva un prodotto Intel (generalmente prezzato sui 630 euro) a metà prezzo:
Come sarebbe a dire che il nome del rivenditore è «Si prega di contattare per wilkmeyer{at}web.de?»
Amazon già prevede tutti i link per contatti e feedback. Chi è questo furbacchione che esige di essere "contattato"? E come mai il suo indirizzo email è sul portale tedesco web.de che - al pari di gmail, libero.it e altri - concede caselle email gratuite senza nessun controllo né verifica? (proprio il tipo di provider email gradito ai truffatori).
L'azienda riporta un nome, due indirizzi postali ("servizio clienti" e "aziendale") in due città diverse, un numero di partita iva tedesca e un numero di telefono.
Da dove cominciamo? da Google:
Da diversi anni ho smesso di fare acquisti su eBay per due motivi: troppe cineserie e troppi truffatori.
Il truffatore non è necessariamente quello che prende i soldi e scappa. È anche quello che ti invia un pezzo "ricondizionato" (o merce di dubbia provenienza) facendotelo pagare per nuovo. O quello che ti fa pagare un prezzo praticamente da negozio e ti dà come garanzia la sua parola e come contatto un numero di telefono inesistente.
Il truffatore non è necessariamente un esperto. Il più delle volte è un idiota disposto a rischiare perfino la galera, pur di fregarti qualche euro.
Amazon da un po' di tempo ha deciso di fare concorrenza a eBay (attirando così i truffatori) attivando l'Amazon Marketplace, cioè mettendo i prodotti di venditori "esterni" nello stesso catalogo di quelli venduti e spediti da Amazon. Il manager super cretino che ha progettato questa cosa pensava che così il catalogo sarebbe cresciuto dando ampia scelta di prezzi (e invece nove volte su dieci il prezzo migliore è quello di Amazon, e la decima volta è quando Amazon ha esaurito lo stock).
Ecco un esempio di sospetto sul Marketplace che ieri sera offriva un prodotto Intel (generalmente prezzato sui 630 euro) a metà prezzo:
Come sarebbe a dire che il nome del rivenditore è «Si prega di contattare per wilkmeyer{at}web.de?»
Amazon già prevede tutti i link per contatti e feedback. Chi è questo furbacchione che esige di essere "contattato"? E come mai il suo indirizzo email è sul portale tedesco web.de che - al pari di gmail, libero.it e altri - concede caselle email gratuite senza nessun controllo né verifica? (proprio il tipo di provider email gradito ai truffatori).
L'azienda riporta un nome, due indirizzi postali ("servizio clienti" e "aziendale") in due città diverse, un numero di partita iva tedesca e un numero di telefono.
Da dove cominciamo? da Google:
- cercando il nome dell'azienda e di una delle città, l'unico risultato è un venditore eBay iscritto anche ad Amazon inglese... come, come? un'azienda che vende prodotti informatici ma non ha un sito web?...
- risalendo al venditore eBay, scopro che vende giacche, scarpe, giocattoli, articoli per la casa, cineserie varie, ma nulla di informatico;
- cercando su GoogleMaps i due indirizzi postali, si trova una villetta in zona residenziale di un paesino sperduto del sud e un appartamentino in zona residenziale nel nord... Piccolo dettaglio: le due abitazioni sono a più di settecento chilometri di distanza.
Qualcosa mi dice che entrambi gli appartamenti sono vuoti. O quantomeno non ci abitano imprenditori tedeschi, e probabilmente nemmeno tedeschi. Visto il numero di feedback su eBay, si direbbe che è un negozietto cinese che vende anche per corrispondenza, e che per qualche strano motivo ha deciso di essere presente su Amazon inglese e italiana, ma non su quella tedesca. Perché?
Insomma, su Amazon ti puoi fidare solo quando è "venduto e spedito da Amazon" perché nel Marketplace è difficile capire la differenza tra un venditore onesto e un venditore farlocco (proprio come accadeva su eBay).
Sotto l'indicazione del prezzo c'è di solito il tastino: Nuovi: ... a partire da ... euro: basta cliccarlo e vedere se Amazon ce l'ha e a quanto lo vende.
Vediamo un altro esempio di venditore sospetto. Il prodotto è un notebook Core i7 ben carrozzato, con un prezzo a listino stranamente basso (e spedizione gratuita, ma non attraverso la rete di spedizioni di Amazon, altrimenti lo avrebbero specificato), e perfino la "tastiera italiana". E il venditore chi è?
Anche qui gli indirizzi sono bizzarri: uno a Colonia e uno a Rostock, a più di seicento chilometri di distanza. Il nome ufficiale del rivenditore è tedesco anche in questo caso. Gode di ben sedici (diconsi sedici) feedback positivi, mentre in catalogo su Amazon espone settemila articoli. Elettronica, informatica, fotografia, lavatrici, telefonini... perfino creme dimagranti.
Un rivenditore con un catalogo così grosso ovviamente ha un sito web. Che è quello legato alla sua email del servizio clienti. Vado sul sito web e cosa scopro? Che sul web vende solo creme e cremine varie. Saranno anche questi cinesi con un prestanome tedesco e con complice italiano?
Saranno anche loro in attesa di "farsi una reputazione" sul marketplace (vendendo roba di marca a prezzi stranamente stracciati) per poi cominciare a bidonare?
Ma il bello viene adesso: Grandi Sconti Prima De Ordinare, contattateci (carino l'accento romanesco). Toh, guarda caso è lo stesso rivenditore di Colonia-Rostock, che però esibisce un indirizzo email italiano sul portale libero.it, vendendo un prodotto Intel a duecento euro in meno del prezzo «venduto e spedito da Amazon», dichiarando che te lo spedirà gratis dalla Germania (ma non attraverso la rete di spedizioni di Amazon, quindi riguardo ad assicurazione e tracking number è una vera lotteria)... Non sentite puzza di bruciato?
Infine, cercando su Google, scopro che il tizio ha ripetutamente cambiato nome del suo "negozio" sul Marketplace. Avrà paura che i vecchi clienti tornino a comprare da lui?
Magari è proprio uno di quelli che incassa i soldi e sparisce. In quel caso ti tocca aprire la contestazione. Se ti va bene Amazon ti rimborsa, ma ci hai comunque rimesso tempo e pazienza. Se ti va male, sarà invece uno di quelli che chiede di farsi contattare per estorcerti i dati della carta di credito (mail-truffa, link fittizi, ecc.): un venditore normalmente non ha la tua email.
- In breve: se non è "venduto e spedito da Amazon", lascia perdere!
giovedì 27 ottobre 2016
Un portatilino...
La spettacolosa BeagleBoard X15 (con 2 Gb RAM, porte USB, eSATA, 2 Gb RAM, ecc.) costa la bellezza di duecentoquaranta euro più iva, cioè poco sotto i 300 euro. Cooome?
Breve considerazione economica:
Risultato della rapidissima "indagine di mercato":
A quel prezzo ci compro praticamente un portatilino... che per giunta ha quattro giga anziché due, più un disco da almeno 500 giga, più lo schermo, la tastiera, la batteria e l'alimentatore!
(n.b.: il mistero è facilmente spiegato: i prezzi dell'hardware calano continuamente, per cui se la progettazione e realizzazione di una board dura un anno più del previsto, al momento che arriva sul mercato sembrerà costare il doppio).
Breve considerazione economica:
- è meglio comprare un portatile da 1200 euro e farlo durare quattro anni,
- oppure è meglio comprare un portatile da 300 euro ogni anno?
- con schermo da 15 pollici perché non mi voglio «cecàre l'uócchio»
- con almeno 4 giga di RAM (che è il minimo sindacale), meglio se espandibile (cioè con almeno un banco RAM libero)
- con processore Pentium/Celeron (per chi deve usare solo Word, Facebook, Youtube), oppure con processore Core i3 (per chi vuole guardarci anche un film HD); il Core i5 è già da considerare "fascia di lusso"
- possibilmente senza Windows (in modo da non pagarne implicitamente la licenza, tanto ugualmente ci installerei Linux)
- possibilmente Asus o Lenovo, perché gli HP mi fanno cagare e le marche cinesine non mi attraggono troppo.
Asus Pro Essential P2520LA (Core i3) per il bel design. Il mio preferito, perché il mio occhio vuole la sua parte (e anche l'altro occhio vuole la sua). Ha due banchi RAM, di cui il primo occupato da un modulo da 4 Gb. Un suo "cugino" più sgargiante ma con Windows a bordo costa ovviamente un pochino di più ma oltre al paio di porte USB normali ha anche la porta "USB tipo C" (per chi può leggere i sottotitoli in inglese, suggerisco il video che spiega il Macbook Apple da 1299 dollari con un'unica porta USB "tipo C" senza altre porte USB). |
Lenovo B50 (Core i3) perché è abbastanza anonimo (talmente anonimo che non si distingue da un suo cugino). Un notebook dall'aspetto "anonimo" non è accattivante per mariuoli e gente strana. |
Lenovo B50 con Celeron (invece di comprarti un iPhone ti compri quattro di questi notebook con gli stessi soldi). Anche questo abbastanza indistinguibile dai suoi cugini. |
Asus X540SA con Celeron. Perché spendere un centinaio di euro in più se il 99% del tempo lo usi solo per Word, Facebook e Youtube? Fra parentesi questo ha una "USB tipo C", come quel Macbook Apple fricchettone da duemila euro. Serve davvero? Temo anche che l'anno prossimo il mio commento sarà uguale: "ci faccio la birra". |
Hewlett-Packard HP G4, con Celeron. Orrore, orrore. Odio l'estetica degli HP di questa fascia di prezzo (non cambia neppure nei suoi cugini). Vale la pena solo per il prezzo: se ti cade dal balcone dal terzo piano, non ti vengono le crisi apocalittiche. |
mercoledì 26 ottobre 2016
mercoledì 19 ottobre 2016
Millecinquecento euro e ti passa la paura
Uno stormo di droni si avventa sull'Italia: è quello dei fotografi che per tirarti fuori dalle tasche qualche euro in più vogliono venderti la ripresa aerea al servizio fotografico del compleanno, del battesimo, della prima comunione o del matrimonio (chissà perché non del funerale).
Vuoi un drone anche tu? 1500 euro inclusi gli indispensabili accessori del "combo", e ti passa la paura. Non siamo più nell'epoca in cui ti assemblavi il tuo drone scegliendoti ogni singolo pezzo decidendo costi, caratteristiche e prestazioni, e potendo modificarlo/migliorarlo cambiandone i singoli pezzi.
Oggi ti devi accontentare del pacchetto preconfezionato "o tutto o niente":
Vuoi un drone anche tu? 1500 euro inclusi gli indispensabili accessori del "combo", e ti passa la paura. Non siamo più nell'epoca in cui ti assemblavi il tuo drone scegliendoti ogni singolo pezzo decidendo costi, caratteristiche e prestazioni, e potendo modificarlo/migliorarlo cambiandone i singoli pezzi.
Oggi ti devi accontentare del pacchetto preconfezionato "o tutto o niente":
- non hai né buchi né guide per aggiungerci altri pezzi e perciò ovviamente non dichiarano un "payload massimo": ti devi accontentare di quel che c'è e sperare di ridurre il tuo payload a quei pochi grammi - non sia mai che tu voglia fare qualcosa di più del volare e fare riprese foto/video;
- la telecamera è quella decisa da loro, non quella (o quelle) che sceglieresti tu - e siccome la decidono loro, i fabbricanti, allora non avrà mai il miglior rapporto costo/prestazioni, non avrà mai il miglior gimbal con la migliore attenuazione delle vibrazioni, ecc.
- le batterie le decidono loro, cioè devi comprarle da loro;
- inoltre paghi anche per features ridicole, come la guida dallo smartphone, che è una cagata pazzesca, ma loro hanno deciso che è una cosa tutta trendy. Al fabbricante interessa venderne tanti, per cui per essere attraente per le càpe a zappógna deve avere anche l'apps per lo smartcoso.
Ma la cosa peggiore è che il sistema di navigazione lo decidono loro: il firmware di bordo decide se e come puoi davvero volare (se il GPS ti rileva “vicino ad un'area sensibile”, giusto o sbagliato che sia, ti impedisce i movimenti; se il firmware di bordo rileva una manova pericolosa, giusto o sbagliato che sia, corregge a tua insaputa, ecc.).
Il sistema permette anche cosucce simpatiche (tipo il mantenere una quota dal suolo prefissata, o il rientro alle coordinate di partenza in caso di batteria "quasi scarica"), ma è come se tu comprassi una Mercedes che non puoi guidare perché l'autista te lo danno di serie, già incollato al sedile di guida, che può disubbidirti quando gli chiedi un percorso o una manovra.
Infine, proprio mentre nasceva il mercato dei droni ‘compra e vola’ (diretto da due o tre grossi nomi, tutto il resto è costituito praticamente da hobbisti), è arrivata la stangata di Civilavia, pardon, dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, che nell'arco di un paio d'anni ha prodotto una serie di regolamenti, ognuno che contraddiceva il precedente, e una quantità abominevole di restrizioni, ognuna abolita e riconfermata più volte, e la situazione è ancora tutt'altro che chiara. Intanto ogni volta che un drone fa notizia, il 95% delle volte è qualcuno che ha comprato uno di questi aggeggi che sembranao dire: "appena paghi sei già pilota provetto".
domenica 16 ottobre 2016
sabato 15 ottobre 2016
Clamoroso: ripristinato lo stereo!
- Macchina comprata una decina d'anni fa.
- Stereo: mai funzionato. All'accensione esigeva sempre il "CODE".
- Comprata usata, mai avuto il "CODE", non c'era su nessuno dei documenti.
- Il precedente proprietario, nel cambiare la batteria, si era accorto di aver perso il "CODE".
- Senza "CODE", niente musica. Non è mai stato un problema.
- Finché...
- Una mattina faccio lo gnorri e chiedo all'elettrauto super saputello: ho saputo che ci sono dei siti internet che ti danno il "CODE" inserendo il tipo di vettura e il codice a barre dello stereo...
- Elettrauto, sinceramente stupito: no, impossibile, mai sentita una cosa del genere.
- Insisto delicatamente: ma non si può fare niente nemmeno dalla porta OBD-II ?
- Elettrauto, cadendo dalle nuvole: quale porta? che cos'è obbi di due?
- Rientro a casa e chiedo al mio migliore amico (Google) che ha sempre qualche risposta per me.
- Risposta: sito web Car Radio Codes.
- Mi appresto a estrarre lo stereo per leggerne modello, codice a barre e numero seriale.
- Ancor prima di tirarlo completamente fuori noto che sopra c'è un numero scritto col pennarello:
Giusto! Giustissimo! Se un ladro ruba lo stereo, non deve mica perdere tempo su internet!
Senza neppure controllare su internet ho inserito il codice 4356 e... indovinate cosa è successo:
Funziona. C'è perfino l'RDS e il mangiacassette autoreverse. |
Prossimo progetto: lasciare il frontalino dello stereo al suo posto, e sostituire la parte interna con un mediacenter dotato anche di navigatore GPS, quintalata di MP3 su NAS, access point WiFi mobile, ricetrasmettitore a valvole per onde medie, macchinetta per il caffè.
venerdì 14 ottobre 2016
giovedì 13 ottobre 2016
Come godo! Polypool power in my hands!
mercoledì 12 ottobre 2016
Il Ducato... è aumentato!
Il nuovo Fiat Ducato è a norma Euro 6, ma... tragedia: in sei mesi è aumentato del 7,5% !!
In neanche sei mesi sono aumentati di prezzo perfino gli accessori (quasi tutti):
La stessa configurazione (furgone lastrato da 3500 kg max, passo corto e tetto alto, 2300cc multijet 16 valvole 147 cavalli), escludendo IVA, IPT MIS e contributo PFU, passa dai 31985€ di aprile 2016 ai 34390€ di ottobre 2016, cioè duemila e quattrocento euro in più a fronte del solo passaggio da Euro 5+ a Euro 6, letteralmente salassando il cliente che chiede qualche indispensabile accessorio in più (quelli indicati sono tutti eccellenti per il comfort e la sicurezza - i poggiatesta "con logo Ducato" stanno lì solo perché è obbligatorio selezionarli se si sceglie il sedile ammortizzato).
Configuratore: risultato del 19 aprile 2016 |
Configuratore: risultato di ieri sera, 11 ottobre 2016 |
- pneumatici maggiorati: da 244€ a 268€ (+9,8%)
- appoggiatesta sellati: da 85€ a 122€ (+43,5%)
- supplemento per batteria maggiorata a 110Ah: da 61€ a 73€ (+19,7%)
- retrovisori esterni abbattibili elettricamente: da 183€ a 207€ (+13,1%)
- sensori di parcheggio: da 341€ a 378€ (+10,9%)
- plancia techno: da 488€ a 536€ (+9,8%)
- antifurto perimetrale: da 305€ a 341€ (+11,8%)
- serrature dead locking: da 244€ a 268€ (+9,8%)
- alternatore maggiorato da 200A: da 183€ a 207€ (unico aumento giustificato dal fatto che qui è da 200A mentre quello di sei mesi fa era da 180A)
- luci di posizione (DRL) a LED: da 427€ a 512€ (+20%)
- supplemento parabrezza riflettente: da 219€ a 244€ (+11,4%)
- presa ricarica USB: da 30€ a 36€ (+20%)
- quadro strumenti top level: da 122€ a 134€ (+9,8%)
- sedile conducente ammortizzato: da 488€ a 620€ (+25%!!!!)
- serbatoio maggiorato da 125 litri: da 183€ a 207€ (+13,1%)
- skid plate: da 122€ a 134€ (+9,8%)
È una vergogna!!!
Magari è solo una manovra per sbarazzarsi velocemente dei fineserie Euro 5, magari hanno aumentato il costo di tutti gli accessori per recuperare qualcosa perché farli a norma Euro 6 costa di più, ma allora... quando torneranno normali i prezzi? (tanto più che il concessionario lo sconticino lo fa solo sui mezzi vecchi da sbolognare al più presto).
Quarantatremila euro!
roba da mettersi le mani nei capelli
Domanda: e il Talento, invece? sempre cinque metri è...
- è addirittura più lungo!
- Ducato: 4963 (lunghezza) x 2050 (larghezza esclusi retrovisori) x 2524 (altezza)
- Talento: 4999 (lunghezza: +3,3 cm) x 1956 (-9,4 cm) x 2493 (-3,1 cm)
- risultato: praticamente dieci centimetri di larghezza in meno
Carico pagante:
- Ducato: fino a 1655 kg nella versione massima da 35 q.li PTT
- Talento: 1200 kg nella versione massima da 30 q.li PTT
- risultato: mezza tonnellata in meno! (avranno risparmiato parecchio sulla scocca e le sospensioni)
Dal suo configuratore vedo che le dimensioni del vano di carico sono inferiori:
- Ducato: 2670 (lunghezza) x 1872 (1420 tra i passaruota) x 1930 (altezza)
- Talento: 2537 (-13,3 cm) x 1662 (1210, entrambi -21cm) x 1898 (-3,2 cm)
- risultato: praticamente un allestimento pensato per il Ducato deve essere compresso in formato casa dei Puffi per rosicchiare quei centimetri di differenza!
Il Talento ha più cose di serie ma molt meno optionals, per cui le configurazioni a partire da poco sopra i 26000 euro escluse IVA, gabelle e balzelli. Cioè 33-35.000 circa contro i 43.000 di un Ducato, a costo di sanguinosi tagli sulle dimensioni e sul carico utile.
martedì 11 ottobre 2016
Promemoria: Oktoberfest Torino
Da giovedì 13 comincia l'Oktoberfest di Torino, giunto già alla seconda edizione.
Non fate caso alle foto con le ragazze (tanto, dopo adeguata bevuta, sembreranno tutte bellissime): l'unica cosa importante è la birra - l'anno scorso furono serviti settantottomila litri di birra e naturalmente quest'anno il record verrà polverizzato.
La birra ufficiale è la Hofbräu (HB), l'unica birra di Monaco di Baviera ancora proprietà dello stato bavarese (non ancora fagocitata dalle multinazionali), ancora prodotta secondo l'editto di purezza del 1516 (quello che vieta qualsiasi ingrediente che non sia acqua, luppolo, malto e lievito).
Nota bene: il costo del boccale di birra da un litro ("mass") è di undici euro, più cinque euro di cauzione che verrà restituita solo se il boccale viene consegnato integro e non scheggiato (vedi FAQ).
Non fate caso alle foto con le ragazze (tanto, dopo adeguata bevuta, sembreranno tutte bellissime): l'unica cosa importante è la birra - l'anno scorso furono serviti settantottomila litri di birra e naturalmente quest'anno il record verrà polverizzato.
La birra ufficiale è la Hofbräu (HB), l'unica birra di Monaco di Baviera ancora proprietà dello stato bavarese (non ancora fagocitata dalle multinazionali), ancora prodotta secondo l'editto di purezza del 1516 (quello che vieta qualsiasi ingrediente che non sia acqua, luppolo, malto e lievito).
Nota bene: il costo del boccale di birra da un litro ("mass") è di undici euro, più cinque euro di cauzione che verrà restituita solo se il boccale viene consegnato integro e non scheggiato (vedi FAQ).
lunedì 10 ottobre 2016
L'Uomo Visibile
Brevi cronache di vita di un normale lavoratore italiano (anche al sottoscritto è capitato spesso qualcosa del genere).
domenica 9 ottobre 2016
Birra "fatta in Italia"
Come godo! La bottiglia di birra Moretti riporta la dicitura: Fatta in Italia anziché Made in Italy.
sabato 8 ottobre 2016
Come godo! D-Link DGS-1008D in my hands!
Siccome ero a corto di porte ethernet, ho comprato un altro switch gigabit e per prima cosa l'ho smontato (ancora prima di accenderlo).
È un vecchio D-Link DGS1008D, prodotto nel 2013 (dunque una versione "recente" rispetto allo stesso modello del 2011), alimentato a 5V 1A da un jack mini-USB (all'epoca erano già diventati più economici dei jack normali, si vedono ancora i buchi sulla motherboard per il connettore classico; la versione precedente era alimentata a 7,5V o 12V). Interessante il fatto che è ingegnerizzato senza viti: la scatola è a incastro, e la motherboard (foto sotto) è incastrata nella scatola da appositi dentini.
Sulla motherboard c'è un solo chip Realtek 8370 che fa tutto il lavoro, il resto della circuiteria serve solo ad aggiustare tensioni e segnali. Gli 8+1 LED sono saldati in modo da essere all'altezza giusta per la scatola.
Lo scopo finale è di isolare i gruppi di computer e periferiche avendo:
- una LAN "personale" veloce e perennemente connessa a internet (sia per lavoro che per i vari server radio, database, ecc.)
- una LAN "casalinga" veloce, associata ai soliti aggeggi (NAS per multimedia, stazioncina meteo, ecc.) più un access point con connettività internet solo di giorno ma con traffic-shaping e filtri
- una LAN "ospiti" solo wifi ma dietro un firewall e con internet limitatissimo.
È un vecchio D-Link DGS1008D, prodotto nel 2013 (dunque una versione "recente" rispetto allo stesso modello del 2011), alimentato a 5V 1A da un jack mini-USB (all'epoca erano già diventati più economici dei jack normali, si vedono ancora i buchi sulla motherboard per il connettore classico; la versione precedente era alimentata a 7,5V o 12V). Interessante il fatto che è ingegnerizzato senza viti: la scatola è a incastro, e la motherboard (foto sotto) è incastrata nella scatola da appositi dentini.
Sulla motherboard c'è un solo chip Realtek 8370 che fa tutto il lavoro, il resto della circuiteria serve solo ad aggiustare tensioni e segnali. Gli 8+1 LED sono saldati in modo da essere all'altezza giusta per la scatola.
Lo scopo finale è di isolare i gruppi di computer e periferiche avendo:
- una LAN "personale" veloce e perennemente connessa a internet (sia per lavoro che per i vari server radio, database, ecc.)
- una LAN "casalinga" veloce, associata ai soliti aggeggi (NAS per multimedia, stazioncina meteo, ecc.) più un access point con connettività internet solo di giorno ma con traffic-shaping e filtri
- una LAN "ospiti" solo wifi ma dietro un firewall e con internet limitatissimo.
venerdì 7 ottobre 2016
Tragedia: un'altra soppressione di linea ferroviaria
Cresce ancora la mia collezione di linee ferroviarie che ho usato e che pochi anni dopo... sono state chiuse!
Scattai questa foto a Pré-Saint-Didier (linea ferroviaria Aosta-Pré-St.Didier), appena uscito dal treno (la stazione è a una quota di ben 1003 metri sul livello del mare).
Ho appena scoperto per puro caso che dal 1° gennaio 2016 la linea non è ufficialmente chiusa, ma non vi circolano più treni (sottinteso: è stata chiusa).
Scattai questa foto a Pré-Saint-Didier (linea ferroviaria Aosta-Pré-St.Didier), appena uscito dal treno (la stazione è a una quota di ben 1003 metri sul livello del mare).
Ho appena scoperto per puro caso che dal 1° gennaio 2016 la linea non è ufficialmente chiusa, ma non vi circolano più treni (sottinteso: è stata chiusa).
giovedì 6 ottobre 2016
Sfasciato pure lo schermo dell'N900
Per quanto può sembrare incredibile, ho sfasciato lo schermo del Nokia N900 (quello a destra; a sinistra, Jolla, si era sfasciato rimbalzando sul pavimento), semplicemente premendo l'icona "Applicazioni" in alto a sinistra usando solo il polpastrello del dito indice destro. Notare l'effetto multi-sénga.
Meno male che ho da parte uno schermo N900 di riserva (l'ultimo, e pure graffiato).
Meno male che ho da parte uno schermo N900 di riserva (l'ultimo, e pure graffiato).
mercoledì 5 ottobre 2016
25 anni di Linux
Il 5 ottobre 1991 su comp.os.minix viene annunciata la prima versione di Linux.
Il sottoscritto rimedierà la prima Distribuzione Linux in Dieci Dischetti 3.5" da 1.44 Mb all'inizio di aprile 1994, annunciando agli amici: guardate!! uno Unix gratuito che funziona anche su PC 386 con quattro mega di RAM !!
Il sottoscritto rimedierà la prima Distribuzione Linux in Dieci Dischetti 3.5" da 1.44 Mb all'inizio di aprile 1994, annunciando agli amici: guardate!! uno Unix gratuito che funziona anche su PC 386 con quattro mega di RAM !!
giovedì 29 settembre 2016
martedì 27 settembre 2016
Blackview BV6000
Cioè, ci sarebbe questo Blackview BV6000 a norme IP68 (resistenza massima acqua e polveri), con Android 6.0 e batteria ad alta capacità e carica rapida. Ce ne sono diverse versioni (questa ha 3 giga di RAM), sta spopolando.
La Blackview è di Hong Kong. Qualcuno si è divertito a controllare a bordo l'eventuale presenza di malware (per fortuna non c'era) e la resistenza all'acqua (vedi foto).
Ma siccome è Android (e io detesto Android!) non lo comprerò.
La Blackview è di Hong Kong. Qualcuno si è divertito a controllare a bordo l'eventuale presenza di malware (per fortuna non c'era) e la resistenza all'acqua (vedi foto).
Ma siccome è Android (e io detesto Android!) non lo comprerò.
domenica 25 settembre 2016
Construmin modello Mini 6
Nei primi anni ottanta la fabbrica spagnola di giocattoli Construmin vendeva casette in kit (mattoncini in terracotta e assi di legno, da incollare). Nel 1988 ha cambiato nome ed è diventata Domus Kits.
Mariano mi ha gentilmente omaggiato questo pregevole kit Construmin Mini 6 ancora intonso (e sopravvissuto ad almeno tre traslochi), con lo stucchietto di colla mai aperto (ad agitarlo sembra che ancora non sia solidificato) e perfino l'adesivo fresco di stampa sulla conformità alla legge 46 del 18 febbraio 1983.
Ad importarlo in Italia fu la Zot & Rumble di Fulvio e Franco Fratti a Cornaredo (MI), azienda ancor oggi esistente ma sprovvista di sito web (incredibile ma vero), che aveva come logo la nuvoletta coi due fulmini.
La serie Mini aveva un che di campagnolo: prevedeva casette e stalle e perfino una chiesetta.
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