mercoledì 30 novembre 2016

Anche il TAF originale è brutto

Ispirato dall'orrendo TAF di Trenord, smanettando con il LEGO Digital Designer ho messo insieme quest'orrore di vagone a due piani. Le minifig sono in giallo trasparente in modo da eliminarle dall'inventario dei pezzi necessari.


Ora mi tocca solo ricolorarlo in modo decente (e in modo da sfruttare i parecchi pezzi grigi e blu che ancora mi avanzano).

martedì 29 novembre 2016

Aaaah! È l'ora della tisanella


Eccola qua! Sempre dell'Angelica. Ricordo ai bei tempi quando la confezione da 20 filtri costava tre euro...




lunedì 28 novembre 2016

Yay! I outsmarted my neighbors

Every time I go for some citrus fruits, eyeing neighbors secretly X-ray me and my bags planning some multi-faceted strategy to get some to -erm- taste. My countermove has always been the classic RDE (randomize, deceive, extenuate) but today I felt something was wrong: it was time to go off-plan to minimize risk. I packed a bag of tangerines as a bait and quickly went home. Biking across a road I was spotted by patrolling neighbors - one of them decided to take advantage of the opportunity. A few minutes later, she came home all "ooh" and "aah" about citrus fruits while I was going out again, but only happened to see the bag of ugly tangerines out there. I went to grab the second bag, the one sporting the precious grapefruits, lemons and kumquats (way more interesting than the common tangerines), and sneaked in while she was still there chitchatting with my parents, quickly hiding my treasure. Mission accomplished!


Left to right: Citrus × paradisi, Citrus tangerina, Citrus limon, Citrus japonica (金柑).

sabato 26 novembre 2016

Il CED di Geocities nel 1999

Pubblicai il mio primo sito web nella primavera del 1998, cioè quando scoprii che Geocities permetteva l'iscrizione gratuita. Avevo appena comprato una fotocamera digitale da un megapixel (uno solo), una Kodak DC210+ ancor oggi funzionante (risoluzione 1152x864, zoom 29-58mm equivalenti, memory card da 8 Mb: mi costò 1.049.000 lire), e un notebook Acer Extensa 355 (Pentium MMX 150 MHz con 16 mega di RAM e display 800x600x64k, che mi costò 1.320.000 lire, prezzo eccezionale per l'epoca, visto che i notebook costavano tutti puntualmente almeno "due sei e novanta più iva").

Siccome ero un giovine giovincello commisi il madornale errore di non avere su disco una copia di backup di quel sito web: "tanto è su internet, chi lo cancellerà mai?". Infatti diversi anni dopo Geocities prima cancellò a volontà e poi fallì, e solo una parte di quei siti web pubblicati gratis si è accidentalmente salvata (oggi rintracciabile su Reocities; il mio sito era sotto Athens/ithaca e non c'è più).

Ho scoperto che un tizio visitò nell'estate del 1999 il centro elaborazione dati di Geocities, con tutti i server Sun e storage JBOD ("just a box of disks", già di moda all'epoca), e scattò alcune epiche foto come questa:

In uno dei dischi di quei 15 armadi di Geocities
c'era il mio primo preziosissimo sito web ferroviario!

lunedì 14 novembre 2016

La profezia sulle suonerie si è avverata!

Con inaudita precisione, il telefilm Get Smart aveva previsto alla perfezione l'avvento delle suonerie dei telefonini. Ecco il video:

martedì 8 novembre 2016

Come atterra uno Shuttle

Per chi orecchia un po' di inglese: ecco un video di 18 minuti in cui viene spiegata in maniera comica - ma tecnicamente precisa - la procedura di atterraggio dello Shuttle: come fa da quasi 28.000 km/h in orbita a decelerare, indovinare la traiettoria vicina alla pista di atterraggio, e centrare la pista.

Con grafici e freccette e qualche video dall'interno dello Shuttle stesso.



Alcuni termini usati:
  • nell'atmosfera scende con un'angolo di 30° (rispetto ai tipici 3° di un aereo in atterraggio), a velocità verticale da "caduta libera" di un paracadutista (10.000 piedi al minuto, cioè 50 metri al secondo);
  • la pista di atterraggio è di soli 15.000 piedi (più quattro chilometri e mezzo), ma ci arriva come un "mattone volante" (per cui abbisogna della frenata coi paracadute)
  • siccome nessuno vuol sentirsi chiamato "copilota"... allora i ruoli sono "Comandante" e "Pilota"
  • "piccolo problema: abbiamo le ali... e le ali generano portanza"
  • la tecnologia fly-by-wire è quella in cui il computer fa tutto, e l'umano si limita a dare i comandi (muovere la cloche serve solo a indicare al computer quale manovra si intende fare)
  • l'aria "va a fuoco" per l'eccessiva pressione (a causa della velocità) - è lo stesso principio per cui i meteoriti che impatterebbero la Terra si bruciano nell'atmosfera. Per questo non è consigliabile lasciarsi direttamente "cadere" nel pozzo gravitazionale.
Non fatemi tradurre "this isn't rocket science!"

p.s.: dopo la visione di questo video, tutti i film e cartoni animati in cui qualche astronave spaziale rientra sulla Terra praticamente verticalmente e centrando comodamente il punto di atterraggio, faranno ridere i polli.

lunedì 7 novembre 2016

Quattro pile

Come volevasi dimostrare: il pacco batterie della buonanima del notebook AMD che la megaditta mi comprò nel lontano 2011 è composto da quattro pile e da un circuitino di ricarica con uno spazio vuoto in cui in teoria potrebbe entrarcene una quinta.

L'etichettina interna sotto una delle batterie indica come data di assemblaggio 31 agosto 2010 (era quindi già vecchia di quasi un anno quando la megaditta mi omaggiò il notebook nuovo di pacca).


Le pile sono NCR 18650 Li-Ion "MH12210" marchiate Made in Japan (i cinesi non sanno ancora farle bene), incollate al fondo e saldate in serie.

Il circuito di ricarica le gestisce singolarmente, ed è connesso:

  • rosso, al polo positivo (in fondo a sinistra)
  • nero, al negativo (in fondo a destra)
  • giallo, tra la prima e la seconda
  • blu, tra la seconda e la terza
  • grigio, fra la terza e la quarta
più un sondino termico che corre verso il centro della seconda delle batterie. L'unico chip è un MAX1787 EUI che la Maxim ha dichiarato fuori produzione e senza alternative second source (ma bravi).

Dopo mesi che non la carico, riporta 12,6V a vuoto (3.15, 3.07, 3.16, 3.17 singolarmente).

mercoledì 2 novembre 2016

New Board Cpu per PTX30

Scheda Cpu sostitutiva per apparati Broadcasting RVR serie PTX:


La board è disponibile su FMAX.IT

martedì 1 novembre 2016

venerdì 28 ottobre 2016

Il cancro eBay si estende ad Amazon

A proposito dei portatilini trovati ieri.

Da diversi anni ho smesso di fare acquisti su eBay per due motivi: troppe cineserie e troppi truffatori.

Il truffatore non è necessariamente quello che prende i soldi e scappa. È anche quello che ti invia un pezzo "ricondizionato" (o merce di dubbia provenienza) facendotelo pagare per nuovo. O quello che ti fa pagare un prezzo praticamente da negozio e ti dà come garanzia la sua parola e come contatto un numero di telefono inesistente.

Il truffatore non è necessariamente un esperto. Il più delle volte è un idiota disposto a rischiare perfino la galera, pur di fregarti qualche euro.

Amazon da un po' di tempo ha deciso di fare concorrenza a eBay (attirando così i truffatori) attivando l'Amazon Marketplace, cioè mettendo i prodotti di venditori "esterni" nello stesso catalogo di quelli venduti e spediti da Amazon. Il manager super cretino che ha progettato questa cosa pensava che così il catalogo sarebbe cresciuto dando ampia scelta di prezzi (e invece nove volte su dieci il prezzo migliore è quello di Amazon, e la decima volta è quando Amazon ha esaurito lo stock).

Ecco un esempio di sospetto sul Marketplace che ieri sera offriva un prodotto Intel (generalmente prezzato sui 630 euro) a metà prezzo:


Come sarebbe a dire che il nome del rivenditore è «Si prega di contattare per wilkmeyer{at}web.de?»

Amazon già prevede tutti i link per contatti e feedback. Chi è questo furbacchione che esige di essere "contattato"? E come mai il suo indirizzo email è sul portale tedesco web.de che - al pari di gmail, libero.it e altri - concede caselle email gratuite senza nessun controllo né verifica? (proprio il tipo di provider email gradito ai truffatori).



L'azienda riporta un nome, due indirizzi postali ("servizio clienti" e "aziendale") in due città diverse, un numero di partita iva tedesca e un numero di telefono.

Da dove cominciamo? da Google:

  • cercando il nome dell'azienda e di una delle città, l'unico risultato è un venditore eBay iscritto anche ad Amazon inglese... come, come? un'azienda che vende prodotti informatici ma non ha un sito web?...
  • risalendo al venditore eBay, scopro che vende giacche, scarpe, giocattoli, articoli per la casa, cineserie varie, ma nulla di informatico;
  • cercando su GoogleMaps i due indirizzi postali, si trova una villetta in zona residenziale di un paesino sperduto del sud e un appartamentino in zona residenziale nel nord... Piccolo dettaglio: le due abitazioni sono a più di settecento chilometri di distanza.
Qualcosa mi dice che entrambi gli appartamenti sono vuoti. O quantomeno non ci abitano imprenditori tedeschi, e probabilmente nemmeno tedeschi. Visto il numero di feedback su eBay, si direbbe che è un negozietto cinese che vende anche per corrispondenza, e che per qualche strano motivo ha deciso di essere presente su Amazon inglese e italiana, ma non su quella tedesca. Perché?

Insomma, su Amazon ti puoi fidare solo quando è "venduto e spedito da Amazon" perché nel Marketplace è difficile capire la differenza tra un venditore onesto e un venditore farlocco (proprio come accadeva su eBay).

Sotto l'indicazione del prezzo c'è di solito il tastino: Nuovi: ... a partire da ... euro: basta cliccarlo e vedere se Amazon ce l'ha e a quanto lo vende.

Vediamo un altro esempio di venditore sospetto. Il prodotto è un notebook Core i7 ben carrozzato, con un prezzo a listino stranamente basso (e spedizione gratuita, ma non attraverso la rete di spedizioni di Amazon, altrimenti lo avrebbero specificato), e perfino la "tastiera italiana". E il venditore chi è?


Anche qui gli indirizzi sono bizzarri: uno a Colonia e uno a Rostock, a più di seicento chilometri di distanza. Il nome ufficiale del rivenditore è tedesco anche in questo caso. Gode di ben sedici (diconsi sedici) feedback positivi, mentre in catalogo su Amazon espone settemila articoli. Elettronica, informatica, fotografia, lavatrici, telefonini... perfino creme dimagranti.

Un rivenditore con un catalogo così grosso ovviamente ha un sito web. Che è quello legato alla sua email del servizio clienti. Vado sul sito web e cosa scopro? Che sul web vende solo creme e cremine varie. Saranno anche questi cinesi con un prestanome tedesco e con complice italiano?

Saranno anche loro in attesa di "farsi una reputazione" sul marketplace (vendendo roba di marca a prezzi stranamente stracciati) per poi cominciare a bidonare?

Ma il bello viene adesso: Grandi Sconti Prima De Ordinare, contattateci (carino l'accento romanesco). Toh, guarda caso è lo stesso rivenditore di Colonia-Rostock, che però esibisce un indirizzo email italiano sul portale libero.it, vendendo un prodotto Intel a duecento euro in meno del prezzo «venduto e spedito da Amazon», dichiarando che te lo spedirà gratis dalla Germania (ma non attraverso la rete di spedizioni di Amazon, quindi riguardo ad assicurazione e tracking number è una vera lotteria)... Non sentite puzza di bruciato?


Infine, cercando su Google, scopro che il tizio ha ripetutamente cambiato nome del suo "negozio" sul Marketplace. Avrà paura che i vecchi clienti tornino a comprare da lui?

Magari è proprio uno di quelli che incassa i soldi e sparisce. In quel caso ti tocca aprire la contestazione. Se ti va bene Amazon ti rimborsa, ma ci hai comunque rimesso tempo e pazienza. Se ti va male, sarà invece uno di quelli che chiede di farsi contattare per estorcerti i dati della carta di credito (mail-truffa, link fittizi, ecc.): un venditore normalmente non ha la tua email.

  • In breve: se non è "venduto e spedito da Amazon", lascia perdere!

giovedì 27 ottobre 2016

Un portatilino...

La spettacolosa BeagleBoard X15 (con 2 Gb RAM, porte USB, eSATA, 2 Gb RAM, ecc.) costa la bellezza di duecentoquaranta euro più iva, cioè poco sotto i 300 euro. Cooome?


A quel prezzo ci compro praticamente un portatilino... che per giunta ha quattro giga anziché due, più un disco da almeno 500 giga, più lo schermo, la tastiera, la batteria e l'alimentatore!

(n.b.: il mistero è facilmente spiegato: i prezzi dell'hardware calano continuamente, per cui se la progettazione e realizzazione di una board dura un anno più del previsto, al momento che arriva sul mercato sembrerà costare il doppio).


Breve considerazione economica:
  • è meglio comprare un portatile da 1200 euro e farlo durare quattro anni,
  • oppure è meglio comprare un portatile da 300 euro ogni anno?
Rapidissima personalissima indagine di mercato per un portatilino con:
  • con schermo da 15 pollici perché non mi voglio «cecàre l'uócchio»
  • con almeno 4 giga di RAM (che è il minimo sindacale), meglio se espandibile (cioè con almeno un banco RAM libero)
  • con processore Pentium/Celeron (per chi deve usare solo Word, Facebook, Youtube), oppure con processore Core i3 (per chi vuole guardarci anche un film HD); il Core i5 è già da considerare "fascia di lusso"
  • possibilmente senza Windows (in modo da non pagarne implicitamente la licenza, tanto ugualmente ci installerei Linux)
  • possibilmente Asus o Lenovo, perché gli HP mi fanno cagare e le marche cinesine non mi attraggono troppo.
Risultato della rapidissima "indagine di mercato":

Asus Pro Essential P2520LA (Core i3) per il bel design.

Il mio preferito, perché il mio occhio vuole la sua parte (e anche l'altro occhio vuole la sua).

Ha due banchi RAM, di cui il primo occupato da un modulo da 4 Gb.

Un suo "cugino" più sgargiante ma con Windows a bordo costa ovviamente un pochino di più ma oltre al paio di porte USB normali ha anche la porta "USB tipo C" (per chi può leggere i sottotitoli in inglese, suggerisco il video che spiega il Macbook Apple da 1299 dollari con un'unica porta USB "tipo C" senza altre porte USB).



Lenovo B50 (Core i3) perché è abbastanza anonimo (talmente anonimo che non si distingue da un suo cugino).

Un notebook dall'aspetto "anonimo" non è accattivante per mariuoli e gente strana.



Lenovo B50 con Celeron (invece di comprarti un iPhone ti compri quattro di questi notebook con gli stessi soldi).

Anche questo abbastanza indistinguibile dai suoi cugini.




Asus X540SA con Celeron.

Perché spendere un centinaio di euro in più se il 99% del tempo lo usi solo per Word, Facebook e Youtube?

Fra parentesi questo ha una "USB tipo C", come quel Macbook Apple fricchettone da duemila euro. Serve davvero? Temo anche che l'anno prossimo il mio commento sarà uguale: "ci faccio la birra".



Hewlett-Packard HP G4, con Celeron. Orrore, orrore.

Odio l'estetica degli HP di questa fascia di prezzo (non cambia neppure nei suoi cugini).

Vale la pena solo per il prezzo: se ti cade dal balcone dal terzo piano, non ti vengono le crisi apocalittiche.

mercoledì 26 ottobre 2016

Il mio prossimo computer: Surface Studio

Video:



E per chi se le fosse perse, le spettacolose novità di oggi erano queste:


mercoledì 19 ottobre 2016

Millecinquecento euro e ti passa la paura

Uno stormo di droni si avventa sull'Italia: è quello dei fotografi che per tirarti fuori dalle tasche qualche euro in più vogliono venderti la ripresa aerea al servizio fotografico del compleanno, del battesimo, della prima comunione o del matrimonio (chissà perché non del funerale).


Vuoi un drone anche tu? 1500 euro inclusi gli indispensabili accessori del "combo", e ti passa la paura. Non siamo più nell'epoca in cui ti assemblavi il tuo drone scegliendoti ogni singolo pezzo decidendo costi, caratteristiche e prestazioni, e potendo modificarlo/migliorarlo cambiandone i singoli pezzi.

Oggi ti devi accontentare del pacchetto preconfezionato "o tutto o niente":

  1. non hai né buchi né guide per aggiungerci altri pezzi e perciò ovviamente non dichiarano un "payload massimo": ti devi accontentare di quel che c'è e sperare di ridurre il tuo payload a quei pochi grammi - non sia mai che tu voglia fare qualcosa di più del volare e fare riprese foto/video;
  2. la telecamera è quella decisa da loro, non quella (o quelle) che sceglieresti tu - e siccome la decidono loro, i fabbricanti, allora non avrà mai il miglior rapporto costo/prestazioni, non avrà mai il miglior gimbal con la migliore attenuazione delle vibrazioni, ecc.
  3. le batterie le decidono loro, cioè devi comprarle da loro;
  4. inoltre paghi anche per features ridicole, come la guida dallo smartphone, che è una cagata pazzesca, ma loro hanno deciso che è una cosa tutta trendy. Al fabbricante interessa venderne tanti, per cui per essere attraente per le càpe a zappógna deve avere anche l'apps per lo smartcoso.
Ma la cosa peggiore è che il sistema di navigazione lo decidono loro: il firmware di bordo decide se e come puoi davvero volare (se il GPS ti rileva “vicino ad un'area sensibile”, giusto o sbagliato che sia, ti impedisce i movimenti; se il firmware di bordo rileva una manova pericolosa, giusto o sbagliato che sia, corregge a tua insaputa, ecc.).

Il sistema permette anche cosucce simpatiche (tipo il mantenere una quota dal suolo prefissata, o il rientro alle coordinate di partenza in caso di batteria "quasi scarica"), ma è come se tu comprassi una Mercedes che non puoi guidare perché l'autista te lo danno di serie, già incollato al sedile di guida, che può disubbidirti quando gli chiedi un percorso o una manovra.

Infine, proprio mentre nasceva il mercato dei droni ‘compra e vola’ (diretto da due o tre grossi nomi, tutto il resto è costituito praticamente da hobbisti), è arrivata la stangata di Civilavia, pardon, dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, che nell'arco di un paio d'anni ha prodotto una serie di regolamenti, ognuno che contraddiceva il precedente, e una quantità abominevole di restrizioni, ognuna abolita e riconfermata più volte, e la situazione è ancora tutt'altro che chiara. Intanto ogni volta che un drone fa notizia, il 95% delle volte è qualcuno che ha comprato uno di questi aggeggi che sembranao dire: "appena paghi sei già pilota provetto".

domenica 16 ottobre 2016

sabato 15 ottobre 2016

Clamoroso: ripristinato lo stereo!


  • Macchina comprata una decina d'anni fa.
  • Stereo: mai funzionato. All'accensione esigeva sempre il "CODE".
  • Comprata usata, mai avuto il "CODE", non c'era su nessuno dei documenti.
  • Il precedente proprietario, nel cambiare la batteria, si era accorto di aver perso il "CODE".
  • Senza "CODE", niente musica. Non è mai stato un problema.
  • Finché...
  • Una mattina faccio lo gnorri e chiedo all'elettrauto super saputello: ho saputo che ci sono dei siti internet che ti danno il "CODE" inserendo il tipo di vettura e il codice a barre dello stereo...
  • Elettrauto, sinceramente stupito: no, impossibile, mai sentita una cosa del genere.
  • Insisto delicatamente: ma non si può fare niente nemmeno dalla porta OBD-II ?
  • Elettrauto, cadendo dalle nuvole: quale porta? che cos'è obbi di due?
  • Rientro a casa e chiedo al mio migliore amico (Google) che ha sempre qualche risposta per me.
  • Risposta: sito web Car Radio Codes.
  • Mi appresto a estrarre lo stereo per leggerne modello, codice a barre e numero seriale.
  • Ancor prima di tirarlo completamente fuori noto che sopra c'è un numero scritto col pennarello:

Giusto! Giustissimo! Se un ladro ruba lo stereo, non deve mica perdere tempo su internet!

Senza neppure controllare su internet ho inserito il codice 4356 e... indovinate cosa è successo:

Funziona. C'è perfino l'RDS e il mangiacassette autoreverse.
Prossimo progetto: lasciare il frontalino dello stereo al suo posto, e sostituire la parte interna con un mediacenter dotato anche di navigatore GPS, quintalata di MP3 su NAS, access point WiFi mobile, ricetrasmettitore a valvole per onde medie, macchinetta per il caffè.

venerdì 14 ottobre 2016

giovedì 13 ottobre 2016

Come godo! Polypool power in my hands!


Presa bivalente 16A/250V con fermacavo isolante, assemblaggio ben solido (ben sei viti), Made in Italy e qualità sorprendentemente superiore rispetto alle cineserie che costano lo stesso prezzo. Li produce la Polypool.

mercoledì 12 ottobre 2016

Il Ducato... è aumentato!

Il nuovo Fiat Ducato è a norma Euro 6, ma... tragedia: in sei mesi è aumentato del 7,5% !!

Configuratore: risultato del 19 aprile 2016

Configuratore: risultato di ieri sera, 11 ottobre 2016
In neanche sei mesi sono aumentati di prezzo perfino gli accessori (quasi tutti):

  • pneumatici maggiorati: da 244€ a 268€ (+9,8%)
  • appoggiatesta sellati: da 85€ a 122€ (+43,5%)
  • supplemento per batteria maggiorata a 110Ah: da 61€ a 73€ (+19,7%)
  • retrovisori esterni abbattibili elettricamente: da 183€ a 207€ (+13,1%)
  • sensori di parcheggio: da 341€ a 378€ (+10,9%)
  • plancia techno: da 488€ a 536€ (+9,8%)
  • antifurto perimetrale: da 305€ a 341€ (+11,8%)
  • serrature dead locking: da 244€ a 268€ (+9,8%)
  • alternatore maggiorato da 200A: da 183€ a 207€ (unico aumento giustificato dal fatto che qui è da 200A mentre quello di sei mesi fa era da 180A)
  • luci di posizione (DRL) a LED: da 427€ a 512€ (+20%)
  • supplemento parabrezza riflettente: da 219€ a 244€ (+11,4%)
  • presa ricarica USB: da 30€ a 36€ (+20%)
  • quadro strumenti top level: da 122€ a 134€ (+9,8%)
  • sedile conducente ammortizzato: da 488€ a 620€ (+25%!!!!)
  • serbatoio maggiorato da 125 litri: da 183€ a 207€ (+13,1%)
  • skid plate: da 122€ a 134€ (+9,8%)
È una vergogna!!!

La stessa configurazione (furgone lastrato da 3500 kg max, passo corto e tetto alto, 2300cc multijet 16 valvole 147 cavalli), escludendo IVA, IPT MIS e contributo PFU, passa dai 31985€ di aprile 2016 ai 34390€ di ottobre 2016, cioè duemila e quattrocento euro in più a fronte del solo passaggio da Euro 5+ a Euro 6, letteralmente salassando il cliente che chiede qualche indispensabile accessorio in più (quelli indicati sono tutti eccellenti per il comfort e la sicurezza - i poggiatesta "con logo Ducato" stanno lì solo perché è obbligatorio selezionarli se si sceglie il sedile ammortizzato).

Magari è solo una manovra per sbarazzarsi velocemente dei fineserie Euro 5, magari hanno aumentato il costo di tutti gli accessori per recuperare qualcosa perché farli a norma Euro 6 costa di più, ma allora... quando torneranno normali i prezzi? (tanto più che il concessionario lo sconticino lo fa solo sui mezzi vecchi da sbolognare al più presto).

Quarantatremila euro!
roba da mettersi le mani nei capelli

Domanda: e il Talento, invece? sempre cinque metri è...
  • è addirittura più lungo!
  • Ducato: 4963 (lunghezza) x 2050 (larghezza esclusi retrovisori) x 2524 (altezza)
  • Talento: 4999 (lunghezza: +3,3 cm) x 1956 (-9,4 cm) x 2493 (-3,1 cm)
  • risultato: praticamente dieci centimetri di larghezza in meno
Carico pagante: 
  • Ducato: fino a 1655 kg nella versione massima da 35 q.li PTT
  • Talento: 1200 kg nella versione massima da 30 q.li PTT
  • risultato: mezza tonnellata in meno! (avranno risparmiato parecchio sulla scocca e le sospensioni)
Dal suo configuratore vedo che le dimensioni del vano di carico sono inferiori:
  • Ducato: 2670 (lunghezza) x 1872 (1420 tra i passaruota) x 1930 (altezza)
  • Talento: 2537 (-13,3 cm) x 1662 (1210, entrambi -21cm) x 1898 (-3,2 cm)
  • risultato: praticamente un allestimento pensato per il Ducato deve essere compresso in formato casa dei Puffi per rosicchiare quei centimetri di differenza!
Il Talento ha più cose di serie ma molt meno optionals, per cui le configurazioni a partire da poco sopra i 26000 euro escluse IVA, gabelle e balzelli. Cioè 33-35.000 circa contro i 43.000 di un Ducato, a costo di sanguinosi tagli sulle dimensioni e sul carico utile.