sabato 11 marzo 2017

Una delle rare volte che mi ritrovo a dover dichiarare "quasi obsoleto" un computer...

Uno dei miei migliori investimenti informatici di tutta la vita: Fujitsu-Siemens Stylistic ST-5022, comprato usato a gennaio 2007 (più di dieci anni fa!) per la modica cifra di trecento euro da un giovane surplussaro calabrese residente in Germania e utilizzato dapprima come tablet PC (non come quelle cagate Apple, ma come un vero e proprio tablet con la penna) e quindi come server casalingo.


Anno di produzione: 2004. Nasceva alquanto ben carrozzato (e nonostante ciò lo vendevano come "tablet"):
- CPU Pentium-M a 1.1 GHz
- 1 Gb RAM
- disco ATA IDE da 60 Gb a 5400 giri
- porte: ethernet gigabit, firewire IEEE 1394b, due USB 2.0, modem 56k, fast infrared
- slot PCMCIA, slot SD, uscita VGA, wifi, bluetooth, speaker, microfono, jack mic/ear 3.5mm, otto tasti
- batteria Li-Ion 10.8V da 4800mAh
- schermo 12" 1024x768 con digitizer Wacom (e penna nello slot apposito)

Ho smesso di usarlo come tablet quando la batteria cominciò a durare meno di un'ora, dopo avermi accompagnato per decine di migliaia di chilometri in totale, per lo più in treno. Ci ho perfino dormito sopra, usandolo in treno come sedile o come cuscino (in entrambi i casi involontariamente), grazie alla sorprendente robustezza del suo case, per lo più metallico: mi occorse un po' di fatica per trapanarlo e aggiungervi un connettore RP-SMA per l'antennona wifi esterna per fare wardriving.

Ha sopravvissuto poi a numerosi traslochi e riposizionamenti. Dopo diversi guasti (slot SD, PCMCIA, wifi+bt, schermo, tolti tutti; ventolina di raffreddamento) ho upgradato l'ardisco a 250 Gb IDE e fatto funzionare come server casalingo 365/24 con Ubuntu 12.04 Desktop, usando VNC e ssh per accedervi, facendo girare numerosi servizi critici e per larghi tratti anche al 100% di CPU: la CPU non si surriscaldava mai, anche senza ventolina (nella foto si vede un suo cavo troncato di proposito), perché scoperchiato. Praticamente l'unica parte in movimento era l'ardisco.

Grazie alla batteria integrata (che ormai durava una ventina scarsa di minuti, sufficienti però a coprire praticamente tutti i black out intervenuti nel frattempo) ha raggiunto uptime epici: ieri sera ho dato il poweroff dopo oltre 191 giorni di uptime (praticamente l'ultimo reboot era stato ai primi di settembre e fu dovuto ad un guasto della "ciabatta" da cui era alimentato).

Mi dispiace mandare in pensione un gioiello del genere, frutto combinato della pignoleria tedesca e della qualità giapponese, e senza parti "Made in China" (tranne la basetta ethernet+modem+infrared che è "Made in Taiwan"). Non vedo l'ora di trovare una scusa per installarlo da qualche parte.

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