Oh, no! Dalle mie scartoffie è emersa una Carta Multiservizi Multiblu del valore di diecimila lire e ancora non "grattata"!
La Blu ebbe vita brevissima: nel 2002, dopo appena due anni di servizi, i clienti furono assorbiti da Wind e gli impianti e il capitale sociale dagli altri operatori. Il numero del servizio clienti era 198.
martedì 28 febbraio 2017
lunedì 27 febbraio 2017
Il clone del 3310
La Nokia finalmente esce dalla crisi e si appresta a lanciare nuovi telefonini, tra cui una riedizione (un po' squinternata) del 3310 che fu venduto a partire dal 2000 e che ancor oggi funziona qui a casa. Ai bei tempi la Nokia faceva infatti una catasta di soldi vendendo telefonini indistruttibili e con batterie dalla durata epica.
Il nuovo 3310 invece pare una mezza ciofeca che di "tradizionale" ha conservato solo la disposizione dei tasti e il nome...
Il nuovo 3310 invece pare una mezza ciofeca che di "tradizionale" ha conservato solo la disposizione dei tasti e il nome...
domenica 26 febbraio 2017
Promemoria: ridurre il proprio CV
La miglior cura contro la stitichezza è quando il capo mi dice: «ce sarebbe 'sta risorsa, te giro er civvù». Infatti nel campo dell'informatica i curriculum vitae sono un ottimo lassativo.
Per valutare bene una risorsa occorre leggere il codice sorgente che ha consegnato e che è stato utilizzato oltre che rivisto, le soluzioni che ha escogitato, modi e tempi in cui ha corretto i bug, e poi anche farsi un'idea delle persone che usano le sue soluzioni, dei feedback che hanno dato... Insomma, non storcete il naso: bisogna davvero guardare ai suoi contributi open source: sono sotto gli occhi di tutti (cappellate e genialate incluse), non sono protetti da clausole di segretezza, confermano se c'è una passione oltre che una capacità, fanno capire come scrive e cosa rilascia... Molto meglio di ciò che possono fare un curriculum e diversi colloqui.
Perciò la prima domanda deve essere: quali sono i progetti open source a cui hai collaborato? Quale è il tuo portafoglio progetti su Github o piattaforma simile?
Se uno ha pubblicato poco o niente, significa che o è troppo timido (teme che i suoi sorgenti facciano schifo? ha paura di ricevere feedback negativi o di non riuscire a migliorarsi?), oppure che lavora solo per sopravvivere (per cui al di fuori dell'orario di lavoro pensa ad altro, cioè non ha passione), o che non riesce a rendere minimum viable product i propri progetti perennemente incompleti, o semplicemente gli manca creatività. Tutti e quattro sono pessimi indicatori, tanto più che la maggioranza dei tool indispensabili in ambiente di lavoro sono open source.
La seconda domanda deve essere: quali sono i tuoi contributi al risolvere problemi pubblicati on-line? Per esempio: quale è la tua "reputazione" su domande fatte e domande a cui hai dato risposta su siti come StackOverflow?
Infatti chi non domanda non apprende, oppure si limita a chiedere a Google qualcosa di già pronto, o semplicemente non sa domandare (non necessariamente per timidezza). Inoltre, chi non risponde non ha niente da dire, cioè non sa cimentarsi su problemi complicati o assai specifici. Troppo facile mettere insieme soluzioni già pronte e incassare lo stipendio a fine mese e chiamarla "esperienza pluriennale" (come se questa, da sola e senza bisogno di verifiche, garantisse automaticamente qualità e utilità).
Spesso questi soggetti si giustificano dicendo che basta parlare coi colleghi per trovare soluzioni. Se in certi casi può essere vero, in generale significa dipendere troppo dai propri senpai - e se capita qualcosa di urgente e i tuoi colleghi esperti sono assenti? Quando si viene pagati a deliverables, nessuno ha voglia di aiutarti per più di venti secondi (e ti è già andata bene), e a memoria d'uomo nessun problema tecnico serio è mai stato veramente risolto con due chiacchiere in pausa caffè (cioè stando lontani dai documenti e concentrati su altro); telefonate e meeting sono una pura perdita di tempo (impossibile negarlo, al massimo servono per dire chi fa cosa), le email richiedono troppo tempo per essere ordinate (e restano comunque dispersive); solo i sistemi di ticketing sono meno inefficienti (a condizione che vengano usati con serietà anziché come l'ennesimo ammennicolo di cui sotto sotto tutti vorrebbero fare a meno).
La terza domanda deve riguardare quanto si investe su sé stessi. Cioè - ad esempio - le certificazioni prese a pagamento, specialmente quelle in cui non superando l'esame finale sono persi i soldi spesi per prenderle. Se uno cresce quasi esclusivamente per contributi "esterni" significa che non investe nella propria crescita, aspettando che vi investano "altri".
Chi investe su sé stesso lo fa per non essere come la massa: lo fa su qualcosa di nicchia, e lo fa bene. Di "programmatori Java" o di "esperti SQL" se ne trovano fin troppo facilmente: cos'è che ti distingue? Quando uno si qualifica come "esperto MySQL + Oracle + SQLite + PostgreSQL" significa che di database ne capisce il minimo indispensabile. Come il resto della massa di "esperti SQL".
Vale anche per attività esterne, come ad esempio l'aver tenuto una talk a qualche conferenza o aver pubblicato un libro o un brevetto: se uno riesce a tenere una talk non dico al Chaos Communication Congress ma almeno a PGconf.eu, RustFest, RubyConf o simili, significa che ha superato una non banale peer review oltre ad aver investito tempo e soldi. Anche un blog su temi informatici può essere un buon indice, qualora i contenuti siano di qualità (non un Aranzulla) e il contenuto dei commenti lo confermi (più con le domande specifiche che con i complimenti).
Inutile aggiungere che tutti questi esempi già da soli dimostrano la padronanza dell'inglese ed eventualmente di altre lingue, la capacità di pianificare, organizzarsi, collaborare, la creatività, il saper estrarre conoscenze e risultati, la capacità di trovare soluzioni... Nelle aziende generalmente si ignora che il vero lavoro in team è quello fatto da individualisti capaci che fanno la propria parte senza coinvolgere (cioè rallentare) gli altri. Ignorandolo, diventa statisticamente normale che più di due terzi dei progetti IT falliscano.
Insomma, le robette che si scrivono nei curriculum - aziende presso cui si è prestato servizio, anni di "esperienza", titoli di studio (tranne che di università estere particolarmente selettive), non significano granché. E non vale la pena assumere uno con tante conoscenze ma poca capacità di sfruttarle e di farle crescere.
Per valutare bene una risorsa occorre leggere il codice sorgente che ha consegnato e che è stato utilizzato oltre che rivisto, le soluzioni che ha escogitato, modi e tempi in cui ha corretto i bug, e poi anche farsi un'idea delle persone che usano le sue soluzioni, dei feedback che hanno dato... Insomma, non storcete il naso: bisogna davvero guardare ai suoi contributi open source: sono sotto gli occhi di tutti (cappellate e genialate incluse), non sono protetti da clausole di segretezza, confermano se c'è una passione oltre che una capacità, fanno capire come scrive e cosa rilascia... Molto meglio di ciò che possono fare un curriculum e diversi colloqui.
Perciò la prima domanda deve essere: quali sono i progetti open source a cui hai collaborato? Quale è il tuo portafoglio progetti su Github o piattaforma simile?
Se uno ha pubblicato poco o niente, significa che o è troppo timido (teme che i suoi sorgenti facciano schifo? ha paura di ricevere feedback negativi o di non riuscire a migliorarsi?), oppure che lavora solo per sopravvivere (per cui al di fuori dell'orario di lavoro pensa ad altro, cioè non ha passione), o che non riesce a rendere minimum viable product i propri progetti perennemente incompleti, o semplicemente gli manca creatività. Tutti e quattro sono pessimi indicatori, tanto più che la maggioranza dei tool indispensabili in ambiente di lavoro sono open source.
La seconda domanda deve essere: quali sono i tuoi contributi al risolvere problemi pubblicati on-line? Per esempio: quale è la tua "reputazione" su domande fatte e domande a cui hai dato risposta su siti come StackOverflow?
Infatti chi non domanda non apprende, oppure si limita a chiedere a Google qualcosa di già pronto, o semplicemente non sa domandare (non necessariamente per timidezza). Inoltre, chi non risponde non ha niente da dire, cioè non sa cimentarsi su problemi complicati o assai specifici. Troppo facile mettere insieme soluzioni già pronte e incassare lo stipendio a fine mese e chiamarla "esperienza pluriennale" (come se questa, da sola e senza bisogno di verifiche, garantisse automaticamente qualità e utilità).
Spesso questi soggetti si giustificano dicendo che basta parlare coi colleghi per trovare soluzioni. Se in certi casi può essere vero, in generale significa dipendere troppo dai propri senpai - e se capita qualcosa di urgente e i tuoi colleghi esperti sono assenti? Quando si viene pagati a deliverables, nessuno ha voglia di aiutarti per più di venti secondi (e ti è già andata bene), e a memoria d'uomo nessun problema tecnico serio è mai stato veramente risolto con due chiacchiere in pausa caffè (cioè stando lontani dai documenti e concentrati su altro); telefonate e meeting sono una pura perdita di tempo (impossibile negarlo, al massimo servono per dire chi fa cosa), le email richiedono troppo tempo per essere ordinate (e restano comunque dispersive); solo i sistemi di ticketing sono meno inefficienti (a condizione che vengano usati con serietà anziché come l'ennesimo ammennicolo di cui sotto sotto tutti vorrebbero fare a meno).
La terza domanda deve riguardare quanto si investe su sé stessi. Cioè - ad esempio - le certificazioni prese a pagamento, specialmente quelle in cui non superando l'esame finale sono persi i soldi spesi per prenderle. Se uno cresce quasi esclusivamente per contributi "esterni" significa che non investe nella propria crescita, aspettando che vi investano "altri".
Chi investe su sé stesso lo fa per non essere come la massa: lo fa su qualcosa di nicchia, e lo fa bene. Di "programmatori Java" o di "esperti SQL" se ne trovano fin troppo facilmente: cos'è che ti distingue? Quando uno si qualifica come "esperto MySQL + Oracle + SQLite + PostgreSQL" significa che di database ne capisce il minimo indispensabile. Come il resto della massa di "esperti SQL".
Vale anche per attività esterne, come ad esempio l'aver tenuto una talk a qualche conferenza o aver pubblicato un libro o un brevetto: se uno riesce a tenere una talk non dico al Chaos Communication Congress ma almeno a PGconf.eu, RustFest, RubyConf o simili, significa che ha superato una non banale peer review oltre ad aver investito tempo e soldi. Anche un blog su temi informatici può essere un buon indice, qualora i contenuti siano di qualità (non un Aranzulla) e il contenuto dei commenti lo confermi (più con le domande specifiche che con i complimenti).
Inutile aggiungere che tutti questi esempi già da soli dimostrano la padronanza dell'inglese ed eventualmente di altre lingue, la capacità di pianificare, organizzarsi, collaborare, la creatività, il saper estrarre conoscenze e risultati, la capacità di trovare soluzioni... Nelle aziende generalmente si ignora che il vero lavoro in team è quello fatto da individualisti capaci che fanno la propria parte senza coinvolgere (cioè rallentare) gli altri. Ignorandolo, diventa statisticamente normale che più di due terzi dei progetti IT falliscano.
Insomma, le robette che si scrivono nei curriculum - aziende presso cui si è prestato servizio, anni di "esperienza", titoli di studio (tranne che di università estere particolarmente selettive), non significano granché. E non vale la pena assumere uno con tante conoscenze ma poca capacità di sfruttarle e di farle crescere.
Categoria
lavoro
giovedì 23 febbraio 2017
Yacht a vela (e due eliche)
Questo yacht a motore ma assistito a vela è lungo centoquarantatre metri e alto cento (più del campanile di San Marco a Venezia). Lo ha comprato un russo di 44 anni che nel 1993 quando era appena ventunenne fondò la sua prima banca ed oggi, stando a Forbes, è solo al centotrentanovesimo posto degli uomini ufficialmente più ricchi del pianeta.
L'arnese è lungo quasi quanto il nostro supremo incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi. Per poter salpare in modo silenzioso ha un complesso sistema diesel-elettrico (due motori diesel da 3600 kilowatt e quattro generatori elettrici da 2800 kilowatt); le due eliche sono a passo variabile. Nella parte sommersa dello scafo c'è anche un'ampia finestratura per guardare sott'acqua (il vetro è spesso trenta centimetri) con vista sulle eliche; ovviamente c'è anche un garage per il sottomarino.
Gli otto ponti sono serviti da parecchi ascensori. Gli alberi sono garantiti anche per uragani di categoria 2 (90 nodi). L'area delle vele è di 3747 metri quadrati: per issarle basta pigiare un bottone, non c'è bisogno di scomodare l'equipaggio, composto da soli 54 uomini.
Stando ai giornali, il proprietario aveva dimenticato di pagare l'ultima rata da 9,8 milioni di euro più qualche altro milioncino per le modifichine intervenute in corso d'opera, spiccioli rispetto al prezzo presunto di 450 milioni.
La foto l'ho tratta da un articolo che parla del suo progettista, archistar di fama mondiale.
L'arnese è lungo quasi quanto il nostro supremo incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi. Per poter salpare in modo silenzioso ha un complesso sistema diesel-elettrico (due motori diesel da 3600 kilowatt e quattro generatori elettrici da 2800 kilowatt); le due eliche sono a passo variabile. Nella parte sommersa dello scafo c'è anche un'ampia finestratura per guardare sott'acqua (il vetro è spesso trenta centimetri) con vista sulle eliche; ovviamente c'è anche un garage per il sottomarino.
Gli otto ponti sono serviti da parecchi ascensori. Gli alberi sono garantiti anche per uragani di categoria 2 (90 nodi). L'area delle vele è di 3747 metri quadrati: per issarle basta pigiare un bottone, non c'è bisogno di scomodare l'equipaggio, composto da soli 54 uomini.
Stando ai giornali, il proprietario aveva dimenticato di pagare l'ultima rata da 9,8 milioni di euro più qualche altro milioncino per le modifichine intervenute in corso d'opera, spiccioli rispetto al prezzo presunto di 450 milioni.
La foto l'ho tratta da un articolo che parla del suo progettista, archistar di fama mondiale.
mercoledì 22 febbraio 2017
Come godo!! GQ GMC-300E Plus in my hands
Ho comprato in offerta speciale questo simpatico contatore Geiger perché non solo aveva buone recensioni ed è tra i più economici, ma invia le il conteggio dei tick su porta seriale USB (la documentazione del protocollo è scaricabile dal sito del produttore).
Ho preso il modello 300E-Plus, che differisce dal 320E-Plus solo per la quantità di memoria interna (che nel mio caso non è un problema perché mi è molto più utile usarlo come sensore radiazioni collegato al PC).
In breve:
Ho preso il modello 300E-Plus, che differisce dal 320E-Plus solo per la quantità di memoria interna (che nel mio caso non è un problema perché mi è molto più utile usarlo come sensore radiazioni collegato al PC).
In breve:
- ha un tubo Geiger "M4011" di produzione cinese (vedi foto sotto, sulla destra), già tarato per le radiazioni beta, gamma e raggi X (no, niente alfa)
- si configura coi quattro tasti a sfioramento (vedi foto sopra)
- ha uno schermo grafico LCD retroilluminato
- ha una batteria 3.7V 800mAh (si ricarica da USB) sostituibile dall'utente
- peso e dimensioni ragionevoli: 122 grammi per 75x127x24mm
- mostra il grafico oppure la lettura al momento (in Counts Per Minute, microSievert/ora o milliRem)
- ha un mini-speaker per far sentire i "tick" più la presa cuffie 3.5mm (possono funzionare contemporaneamente)
- è installata di serie perfino la fascetta "strap" (foto sotto, in alto a sinistra, parzialmente visibile); ha in accessorio un cavetto USB-mini bianco
- da porta seriale USB (Linux la riconosce automaticamente come tipo ch341), dopo il comando <HEARTBEAT1>> inizia ad inviare ogni secondo il numero di tick rilevati (due bytes).
L'unica cosa che lascia un po' a desiderare è l'interfaccia utente: i tasti non sembrano fatti per durare in eterno, la data non è impostabile in formato europeo/italiano (vedi foto), le selezioni nei menu non sono coerenti (a volte bisogna premere il tasto invio/accensione, altre volte bisogna aspettare due secondi che l'ultima selezione entri in vigore, ecc.). Ma chissenefrega, tanto per il 99% del tempo non dovrà far altro che tick-ti-tick.
Quello che ho io riporta come versione firmware GMC 300E+V4 rev.4.21.
È da prima del disastro di Fukushima che volevo comprarne uno, ma quando avevo stabilito lo stanziamento avvenne il disastro e i contatori Geiger andarono letteralmente a ruba. 'Ste cose si possono comprare solo quando la televisione non ne parla...
martedì 21 febbraio 2017
lunedì 20 febbraio 2017
Miracoli della '3': ti riporta al 1991
Stanotte sfondava gli otto megabit al secondo in LTE, e da stamattina invece va come un vecchio modem 28.8k nonostante il segnale sia "tutte le tacche". Inutile riavviare il routerino, la rete, e tutto il resto: lo speedtest è implacabile:
E meno male che è una connessione "business", di quelle che in teoria servono per lavorare.
Il problema sembra essere dovuto non al ponte radio ma ai loro apparati di rete a valle delle antenne di terra. A volte va a farsi friggere il loro DNS (inutile cambiare manualmente gli indirizzi del DNS visto che qualsiasi cosa vedono sulla porta 53 la reindirizzano al proprio DNS), talvolta anche per due giorni. Altre volte s'impappina il loro router - come in questo caso - ed è un miracolo vedere quattro o cinque kilobyte al secondo di picco massimo. Chissà quanto altro durerà questo disservizio.
Pura coincidenza, che ieri stavo scrivendo un articolino sulla net neutrality, che finora quasi nessuno capisce essere una questione dovuta al marketing fatto di panzane e di promesse assurde. L'articolino cominciava così:
Aggiornamento: si tratta proprio di traffic-shaping: l'offerta "3.Business: 51 Gigabyte" è in realtà la stessa offerta "3.Business 30 Gigabyte" con la differenza che quando sfori la soglia dei 30 abbassano la velocità a 64 kilobit (proprio come le linee ISDN del 1991, buona solo per scaricare posta senza allegati) e fino a 51 non tariffano. Era scritto nelle "note in carattere piccolo" (che sul sito web Tre Business non riportano). Vergogna!
E meno male che è una connessione "business", di quelle che in teoria servono per lavorare.
Il problema sembra essere dovuto non al ponte radio ma ai loro apparati di rete a valle delle antenne di terra. A volte va a farsi friggere il loro DNS (inutile cambiare manualmente gli indirizzi del DNS visto che qualsiasi cosa vedono sulla porta 53 la reindirizzano al proprio DNS), talvolta anche per due giorni. Altre volte s'impappina il loro router - come in questo caso - ed è un miracolo vedere quattro o cinque kilobyte al secondo di picco massimo. Chissà quanto altro durerà questo disservizio.
Pura coincidenza, che ieri stavo scrivendo un articolino sulla net neutrality, che finora quasi nessuno capisce essere una questione dovuta al marketing fatto di panzane e di promesse assurde. L'articolino cominciava così:
Net Neutrality debate only happened because of the insane marketing of Internet Service Providers, all about unreasonable speeds and so-called "infinite" caps. Content providers just took advantage of those claims: if the customer has been sold a 20-50-100 megabit download capable service, then he can enjoy (that is, "buy") high resolution streamed content.
But an ISP is no more than a transport of data packets. It should only sell a verifiable guaranteed throughput (and -maybe- a monthly traffic limit before feeling morally authorized to enforce traffic shaping). No one of them did: it's easier to go on overbooking with barely any guaranteed throughput, hoping that some luck (only a fraction of the customers actually requiring all of their theoretically available bandwidth) and some tricks (like intermediate caching and small-print equipped marketing) would keep it alive...
Aggiornamento: si tratta proprio di traffic-shaping: l'offerta "3.Business: 51 Gigabyte" è in realtà la stessa offerta "3.Business 30 Gigabyte" con la differenza che quando sfori la soglia dei 30 abbassano la velocità a 64 kilobit (proprio come le linee ISDN del 1991, buona solo per scaricare posta senza allegati) e fino a 51 non tariffano. Era scritto nelle "note in carattere piccolo" (che sul sito web Tre Business non riportano). Vergogna!
domenica 19 febbraio 2017
Promemoria installazione Fedora
Dopo aver installato Fedora, da terminale eseguire ps guax | grep gdm- per accertarsi che ci sia gdm-wayland* anziché gdm-x-session* (in quest'ultimo caso sceppàrsi ì pìl' à piétt' urlando come scalmanati perché quello era l'unico grosso motivo per abbandonare Ubuntu).
Oltre alla tastiera italiana, installare anche la "tastiera italiana booster" (per usare ctrl-shift-E per gli emoji). Servirà anche il pacchetto ibus-mozc per la tastiera giapponese.
Aggiornamento pacchetti: dnf update e sette/ottocento mega di download.
Installazione network/temperature monitor nella top bar: dal browser cliccare sull'Extensions e concedere generosamente a Gnome di installarla.
Installazione pacchetti essenziali: dnf install gimp thunderbird chromium-browser liferea stellarium eccetera.
Installare RPMfusion perché Fedora è troppo schizzinosa e non concede steam e mplayer di default. Altri trecento mega di download.
Dato che dnf info rust riporta una vecchia versione, mi tocca usare il solito rustup.rs.
Aggiungere all'/etc/locale.conf tutti gli LC_* mancanti (messaggi in inglese per cercarli su Google, ctype e formato carta in americano, LC_ALL vuoto, e tutto il resto in italiano):
Mettere in ~/.config/autostart/ un file .desktop per avviare Chromium in background:
Oltre alla tastiera italiana, installare anche la "tastiera italiana booster" (per usare ctrl-shift-E per gli emoji). Servirà anche il pacchetto ibus-mozc per la tastiera giapponese.
Aggiornamento pacchetti: dnf update e sette/ottocento mega di download.
Installazione network/temperature monitor nella top bar: dal browser cliccare sull'Extensions e concedere generosamente a Gnome di installarla.
Installazione pacchetti essenziali: dnf install gimp thunderbird chromium-browser liferea stellarium eccetera.
Installare RPMfusion perché Fedora è troppo schizzinosa e non concede steam e mplayer di default. Altri trecento mega di download.
Dato che dnf info rust riporta una vecchia versione, mi tocca usare il solito rustup.rs.
Aggiungere all'/etc/locale.conf tutti gli LC_* mancanti (messaggi in inglese per cercarli su Google, ctype e formato carta in americano, LC_ALL vuoto, e tutto il resto in italiano):
LANG=en_US.UTF-8
LC_CTYPE=en_US.UTF-8
LC_NUMERIC=it_IT.UTF8
LC_TIME=it_IT.UTF8
LC_COLLATE=it_IT.UTF-8
LC_MONETARY=it_IT.UTF-8
LC_MESSAGES=en_US.UTF-8
LC_PAPER=en_US.UTF-8
LC_NAME=it_IT.UTF-8
LC_ADDRESS=it_IT.UTF-8
LC_TELEPHONE=it_IT.UTF-8
LC_MEASUREMENT=it_IT.UTF-8
LC_IDENTIFICATION=it_IT.UTF-8
LC_ALL=
Installare un po' di fonts monospaced per il terminale.
Mettere in ~/.config/autostart/ un file .desktop per avviare Chromium in background:
[Desktop Entry]Alzare tutti i livelli di sicurezza a paranoico isterico scatenato. Lasciare aperta solo la porta ssh con un fake ssh che finge di accettare il login e logga tutto.
Name=Google-chrome
GenericName=Web Browser
Comment=Launch browser for google hang out
Exec=google-chrome --o-startup-window
Terminal=false
Type=Application
Icon=Google-chrome
Categories=Network;Internet;
StartupNotify=false
sabato 18 febbraio 2017
Cioè, chiaro?
"Fare attenzione al numero massimo di pezzi acquistati durante il sottocosto"
"Durante il sottocosto è assolutamente vietato fare due scontrini per la merce in sottocosto"
"Durante il sottocosto è assolutamente vietato fare due scontrini per la merce in sottocosto"
giovedì 16 febbraio 2017
Il momento è catartico!
That's incredible: dopo dieci anni che la Punto veniva rifornita il minimo indispensabile per far spegnere la spia della riserva, grazie ad una serie di ardite manovre sono giunto quasi al pieno! Quando dieci minuti fa ho riacceso il motore Dar Benzinaro la lancetta del carburante è schizzata in alto come non mai: SPROING!!
Ho dato perfino un colpetto di acceleratore per sprecare un po' di benzina ed evitare che la lancetta si ammaccasse sul fine corsa:
Ho dato perfino un colpetto di acceleratore per sprecare un po' di benzina ed evitare che la lancetta si ammaccasse sul fine corsa:
domenica 12 febbraio 2017
Cioè, tipo: assurdità in vendita su Amazon
Bizzarrie trovate oggi mentre spazzolavo il catalogo Amazon:
- Occhiali da cipolle: "presto, presto! devo tagliare una cipolla, dove sono gli occhiali?" |
- Pasta modellabile: per la serie "per venderti un prodotto così generico devo anche spiegarti come devi utilizzarlo"... |
- Distanziatori per alluce: per la serie "chissà quante ore di lavoro al CAD di uno squadrone di bioingegneri" |
- Queste tazzine sono una vera bomba: per la serie: "viaggi spesso in aereo? ecco un gadget per trollare gli addetti alla sicurezza". Chissà se tirando la linguetta si sente anche il botto... |
venerdì 10 febbraio 2017
Ci vediamo a Lecco ITLUG 2017
Promemoria genio ferrovieri: quest'anno a Lecco ITLUG 2017 esporrò solo treni.
Cliccare per ingrandire. Sono tutti PowerFunctions (magari un circuitino per vederli in movimento...). Non so se riesco a terminare la stazione passante per luglio (5x2 baseplate).
Cliccare per ingrandire. Sono tutti PowerFunctions (magari un circuitino per vederli in movimento...). Non so se riesco a terminare la stazione passante per luglio (5x2 baseplate).
1. Treno ad Alta Frequentazione 2. Treno Merci 3. Treno Locale |
mercoledì 8 febbraio 2017
Mini-PC fanless Core i5/i7: puzza di fregatura
La cinese Hamsing venderebbe questi spettacolari mini-PC fanless, cioè senza ventole e senza parti in movimento. Carrozzato con un SSD, il mini-PC è totalmente silenzioso. Un altro vantaggio è che l'alimentazione è 12V 5A (l'alimentatore esterno non è visibile nella foto). Infine, è anche decisamente piccolo e zeppo di porte USB.
Gli occhi a girandola mi si erano dolcemente posati su questo interessante modello a prezzo ragionevole (meno di un notebook di fascia bassa):
Aggiornamento: a quanto pare AliExpress è strapiena di rivenditori che offrono quegli stessi identici prodotti ognuno rimarcandolo a modo suo, con fluttuazioni di prezzo appena sotto l'un per cento.
Devo quindi dedurre che c'è un grosso produttore (OEM) che ha incaricato una miriade di negozietti (compreso Hamsing HSIPC che ho trovato su Amazon e descritto sopra) di rivendere quei prodotti (cioè accollarsi il rischio con l'utente finale). Il che ovviamente spiega il motivo per cui i rivenditori il prodotto finale non lo hanno mai visto, e si limitano a copiaincollare le tre-quattro minuscole fotografie e la squinternata descrizione tecnica che contraddice le foto, aspettando che il cliente ordini e paghi e inoltrando l'indirizzo di consegna a qualcun altro (da decenni succede con gli shop italiani che non hanno magazzino ma solo un sitarello e-commerce o un bancariello virtuale eBay/Amazon, e perciò succede mille volte di più in Cina).
Finalmente compaiono foto della motherboard (il processore è evidentemente sotto, a diretto contatto con la lamiera - attenti agli urti), col minimo indispensabile di corredo del chipset Intel. Si direbbe che la board sia un po' più piccola del formato Mini-ITX (17x17cm) dopo aver spazzato via connettori e tutto ciò che richiedeva circuiteria in più del minimo indispensabile per tenere in piedi il chipset (nota: le foto col case nero si riferiscono alla versione con Core i7, che ha qualche porta USB in più e una DisplayPort al posto del VGA):
Sentite questa: nel prodotto mettono un Windows 10 craccato ("non genuino, funziona bene, ma è meglio non fare l'update online"):
Gli occhi a girandola mi si erano dolcemente posati su questo interessante modello a prezzo ragionevole (meno di un notebook di fascia bassa):
- CPU: Core i5 7200U 2.5 GHz (Turbo 3.1 GHz), architettura di ultima generazione Kaby Lake, con scheda grafica HD620 e TDP 15 watt
- porte: DP, HDMI, ethernet gigabit, wifi, 1 USB2 + 4 USB3, mic, audio
- due slot per RAM DDR3L 1600 MHz, max 8+8=16 Gb RAM
- case in alluminio (nero per le versioni Core i7)
- in varie configurazioni fino a 512 Gb SSD
- compatibile con Ubuntu 16.04 e CentOS
Si può risparmiare un pochino prendendo quello della generazione precedente (Skylake) con i5 6200U a 2.3 GHz + HD520. Esistono anche le versioni con chipset Broadwell, a prezzi ancora più bassi ed anche in versione barebone (cioè senza RAM e senza disco). Queste versioni sarebbero compatibili con Windows XP SP3.
È possibile montarvi all'interno un hard disk 2.5" ma non ha senso perché lo scopo è di avere un PC totalmente silenzioso da tenere acceso 24/365 in camera da letto e non dover sopportare sibili e fruscii.
Cosa non mi è piaciuto:
- non ci sono specifiche dettagliate né foto decenti della motherboard, al momento neppure sul loro sito web ufficiale (già questo puzza di fregatura)
- il contatto skype del servizio clieni è presente anche sul sito web di un'altra azienda, la Tenlong, che vende degli aggeggi simili ma tutti basati su vecchi processori Atom
- il venditore ha poche recensioni e sembrano tutte piuttosto farlocche (sia su Amazon Italia che sulle Amazon straniere) tranne l'unica negativa di un tizio che protesta per aver ordinato due pezzi ed aver ricevuto uno difettoso e uno diverso dalle specifiche indicate
- anche se dichiarato "industrial", dalle foto non sembrerebbe sopportare temperature ambiente scomode (sotto i 5° e sopra i 35°) e livelli di umidità "industriali"
- le specifiche parlano di DP+HDMI mentre le foto mostrano VGA+HDMI (evidentemente per questi furbacchioni è molto più facile ingegnerizzare una motherboard di ultimissima generazione che aggiungere una foto decente su Amazon).
per evitare fregature gigantesche su Amazon
comprare solo prodotti con l'indicazione:
"venduto e spedito da Amazon".
Aggiornamento: a quanto pare AliExpress è strapiena di rivenditori che offrono quegli stessi identici prodotti ognuno rimarcandolo a modo suo, con fluttuazioni di prezzo appena sotto l'un per cento.
Devo quindi dedurre che c'è un grosso produttore (OEM) che ha incaricato una miriade di negozietti (compreso Hamsing HSIPC che ho trovato su Amazon e descritto sopra) di rivendere quei prodotti (cioè accollarsi il rischio con l'utente finale). Il che ovviamente spiega il motivo per cui i rivenditori il prodotto finale non lo hanno mai visto, e si limitano a copiaincollare le tre-quattro minuscole fotografie e la squinternata descrizione tecnica che contraddice le foto, aspettando che il cliente ordini e paghi e inoltrando l'indirizzo di consegna a qualcun altro (da decenni succede con gli shop italiani che non hanno magazzino ma solo un sitarello e-commerce o un bancariello virtuale eBay/Amazon, e perciò succede mille volte di più in Cina).
Finalmente compaiono foto della motherboard (il processore è evidentemente sotto, a diretto contatto con la lamiera - attenti agli urti), col minimo indispensabile di corredo del chipset Intel. Si direbbe che la board sia un po' più piccola del formato Mini-ITX (17x17cm) dopo aver spazzato via connettori e tutto ciò che richiedeva circuiteria in più del minimo indispensabile per tenere in piedi il chipset (nota: le foto col case nero si riferiscono alla versione con Core i7, che ha qualche porta USB in più e una DisplayPort al posto del VGA):
Sentite questa: nel prodotto mettono un Windows 10 craccato ("non genuino, funziona bene, ma è meglio non fare l'update online"):
martedì 7 febbraio 2017
Free-man S41
Qualcosa mi dice che... lo compro! 😆
Specifiche tecniche del Free-man S41:
Specifiche tecniche del Free-man S41:
- board motorizzata con telecomando wireless
- quattro ruote anti-shock (20cm diametro) e ammortizzate
- le due ruote motrici sono servite ognuna da un motore da 1650 watt, trazione a cinghia
- batteria da 11000 mAh
- telecomando wireless
- autonomia dichiarata 25 km, velocità max 35 km/h
lunedì 6 febbraio 2017
sabato 4 febbraio 2017
venerdì 3 febbraio 2017
giovedì 2 febbraio 2017
Frecciarossa a 300 km/h (83,5 metri al secondo)
Dodici chilometri in due minuti e ventiquattro secondi (più esattamente: 12002 metri in 143,7 secondi), a una media di 300,67 chilometri orari su un treno Frecciarossa nel tratto Milano-Bologna all'altezza del bivio di Piacenza Ovest, passando sul ponte del Po).
Il treno è talmente veloce che la telecamera vede "distorti" gli oggetti più vicini.
Il treno è talmente veloce che la telecamera vede "distorti" gli oggetti più vicini.
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