clipped from fukushimaku.blogspot.com
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Interessante nota di FukushimaKu.
Mi limito solo a far notare che i treni veloci in Italia:
1) col Pendolino si potevano fare i 250 km/h senza dover rifare daccapo intere linee dedicate e sistemi dedicati; per fare i 300 km/h (cioè il venti per cento in più di velocità massima, non di velocità media) è stato speso un botto di soldi. Venti per cento in più, che non è granché...
2) i primi venti ETR450 Pendolino furono acquistati dal Giappone perché avevano l'opzione per sostituirne i carrelli adattandoli alla monorotaia (sono assai meno fessi di noi, i giapponesi)
3) velocità veramente elevate si ottengono senza attrito volvente, cioè con la levitazione magnetica (esattamente ciò che noi non si è mai né studiato né indagato)
4) il miglior ETR500 nostrano può tirare fino a 363 km/h (ma la linea impone di non superare i 300 in condizioni ordinarie), mentre in questi stessi giorni il Maglev giapponese tira a 581 km/h, e nessuno si fa troppi problemi sul fatto che quelle terre sono a più alto rischio sismico delle nostre (semplicemente, prendono più precauzioni).
Mi limito solo a far notare che i treni veloci in Italia:
1) col Pendolino si potevano fare i 250 km/h senza dover rifare daccapo intere linee dedicate e sistemi dedicati; per fare i 300 km/h (cioè il venti per cento in più di velocità massima, non di velocità media) è stato speso un botto di soldi. Venti per cento in più, che non è granché...
2) i primi venti ETR450 Pendolino furono acquistati dal Giappone perché avevano l'opzione per sostituirne i carrelli adattandoli alla monorotaia (sono assai meno fessi di noi, i giapponesi)
3) velocità veramente elevate si ottengono senza attrito volvente, cioè con la levitazione magnetica (esattamente ciò che noi non si è mai né studiato né indagato)
4) il miglior ETR500 nostrano può tirare fino a 363 km/h (ma la linea impone di non superare i 300 in condizioni ordinarie), mentre in questi stessi giorni il Maglev giapponese tira a 581 km/h, e nessuno si fa troppi problemi sul fatto che quelle terre sono a più alto rischio sismico delle nostre (semplicemente, prendono più precauzioni).
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