Così, visto che Vodafone da mesi mi stava tempestando di messaggini offrendomi più gigabyte (argomento molto convincente) alla stessa tariffa, sono passato da H3G a Vodafone (MNP: mobile number portability): praticamente tutti gli operatori vogliono che uno o li abbandoni o si metta a chiamare il servizio clienti per fare mercato delle vacche: "gné gné, se non mi fate l'offertina carina me ne vado". Dato che parlare con un negoziante non lascia traccia nei loro sistemi (al contrario di una chiamata al servizio clienti o dell'utilizzo del loro portale web), comparirò nelle statistiche H3G nella categoria "clienti persi per inspiegabile motivo".
Breve elenco di cose che non rimpiango della H3G:
- in certe giornate torride d'estate e di freddo intenso d'inverno, la velocità scende clamorosamente fino a zero: alla rete di accesso H3G non basta neppure il clima mediterraneo... solo di notte (dalle 00:30 alle 6:30) si va tranquillamente a tutta velocità (può darsi semplicemente che rivendano traffico comprato da altri operatori e di giorno, durante i picchi di traffico, vengano sfavoriti, esattamente come succede coi reseller ADSL); non so ancora dire se Vodafone abbia lo stesso problema, finora per quel poco che ho provato è andata abbastanza bene;
- ad ogni riconnessione (automaticamente ogni sei ore) la successiva prima GET HTTP (non HTTPS, proprio HTTP sulla porta 80), anche a distanza di ore intere, viene ridiretta al loro portale internet.tre.it (e quando stai navigando questo significa che una delle GET riceve correttamente HTTP 200 OK ma ti arriva tutt'altro file da quello che aspettavi);
- la verifica delle soglie minuti/SMS/traffico sul loro portale web ac3.tre.it era molto lenta e spesso non funzionante (da novembre 2017 il loro portale ha finalmente cominciato a mostrare in testa la soglia traffico residua: grazie, Mauro, speriamo che ti abbiano rinnovato il contratto per altri tre mesi);
- la copertura segnale, nonostante l'unione con Wind, era spesso una ciofeca! - specialmente in treno o in zone non centralissime (eccezione: dentro casa, dall'angolino più buio e tenebroso del mio letto dietro mura e mobili, il segnale era stranamente superlativo);
- il traffico DNS (porta UDP 53), qualsiasi nameserver venga impostato, viene intercettato e gestito dai loro server DNS (cosa molto seccante, visto che uso diversi DNS per diverse applicazioni), conveniente sì dal punto di vista della velocità, ma non disabilitabile e per giunta con ridirezione HTML ad una loro pagina "sito web non trovato" e talvolta meno affidabile di nameserver più lontani (come Google 8.8.8.8 e IBM 9.9.9.9).
- il sistema tariffario era semplice e comprensibile; quello Vodafone è una selva intricata di opzioni che il primo giorno occorre disattivare facendo tutto il "giro di Peppe" dei vari 42070, SMS di disabilitazione, 42071, servizidigitali, portale web (con relative risposte a volte via email, a volte via SMS, ecc., mentre sul portale web Vodafone non ti dicono subito se un'opzione è gratis o no a partire dal prossimo rinnovo, certe cose bisogna scavarsele e nelle prime settimane occorre spazzolarsi ripetutamente oltre a verificare ogni volta le disattivazioni);
- con la H3G non mi ero mai ritrovato attivati dei "Servizi Digitali" a mia insaputa;
- i contatori del traffico internet disponibile venivano aggiornati da H3G ogni otto megabyte consumati, mentre con Vodafone gli aggiornamenti avvengono ogni cinquecentododici megabyte (!!) oppure disattivando e riattivando la connessione dati (per esempio entrando e uscendo dal Flight Mode) per costringere il loro sistema a ricalcolare la soglia (la cosa patetica è che sul portale web c'è perfino un inutile tasto "Aggiorna"... oltre che l'avviso che possono "passare alcune ore" prima che la soglia venga aggiornata: immagino un'assurda coda di INSERT formatasi davanti al loro database Oracle 8.1 su server Pentium III del 2003 ancora non upgradato);
- la H3G non tentava di rifilarti una promozione Protezione Sicura a un euro al mese (se permettete, ai firewall, all'anti-malware e al routing, ghe pensi mì, e comunque tutti i vostri sistemi sono già infestati da Meltdown e Spectre e quindi ò puòrco non può dire a ò ciuccio "làvati");
- questa nuova SIM 512k Vodafone pare avere una validità di appena undici mesi dall'ultima ricarica;
- (potrei sbagliarmi) gli SMS gratuiti diretti ai loro servizi non venivano scalati dalla soglia SMS disponibile (invece Vodafone li scala);
- la H3G non faceva differenza se il traffico dati veniva usato anche in "tethering" o "hotspot", la Vodafone o ti fa pagare una tariffa mensile o ti fa un buco in fronte (vedi sotto).
- anche se nella normale navigazione web non si nota, sui grossi download la velocità è veramente 4G (visti oltre 3200 kilobytes/secondo, alias 25 megabit reali, dentro casa, cosa che massacrerà chiunque abbia soglie di traffico di pochi giga mensili; lo Speedtest mi dà valori falsati, 43ms e 18Mb/5Mb);
- gaming: un pochino meglio di H3G (per esempio su Eos2 Confluvium a Francoforte al meglio è 90-95ms, contro i 95-99ms di H3G).
- porca vacca, IPv6 !! siamo nell'anno duemiladiciotto e le vostre rispettive NATtatissime reti di accesso offrono solo IPv4 rifiutando senza pietà l'IPv6...
Negozio H3G: c'erano due commessi, sui vent'anni, facce sveglie, notevole dimestichezza col computer e col sistema remoto; arredamento minimalista bianco e illuminatissimo, una sensazione di pulito. Quando la commessa mi dice che la rimodulazione del piano la fanno a 39 euro, mi dice sottovoce anche il trucchetto: tentare di contrattare col servizio clienti 133 una tariffa diversa. Le rispondo gentilmente che ho già deciso di lasciare, e lei non fa una piega.
Negozio Vodafone: arredamento scarno che non cambia da vent'anni, tonalità rosso scuro e polveroso, tavolone centrale con cinque o sei telefonini in prova (tutti Android, tutti uguali a parte colore e prezzo), bacheca con improbabili "accessori". Tre commessi dall'aria poco sveglia, il più giovane sembra un ex eroinomane sopra i cinquant'anni ed è l'unico al banco in quel momento. Prima di me c'è una signora che chiede un cavetto per ricaricare il suo vecchio telefonino (chiedeva un cavetto USB 2.0), il commesso le risponde "quindici euro" (non so come ho resistito alla tentazione di dare un urlo di spavento): la signora non lo compra (magari si accorgerà che quello da un euro del negozietto cinese va bene lo stesso).
Tocca a me: il commesso mi chiede 25 euro per la portabilità del numero. Leggo le carte che mi ha dato da firmare e gli dico: "ma qui c'è un errore". Il commesso sbianca più di un pupazzo di neve colpito da una secchiata di vernice bianca (avrà visto eclissarsi la magra commissione che gli viene riconosciuta per l'aver recuperato un cliente), e faticosamente mi spiega che sono 10 euro di scheda SIM, 5 euro di ricarica iniziale obbligatoria, e altri 10 euro di ricarica per pagare l'attivazione delle opzioni. L'attivazione avviene "entro 48 ore" perché l'operatore precedente può rifiutare la MNP per un qualsiasi motivo (clausole contratto utente o traffico non pagato). 56 ore dopo, appena attivata, vedo che questa nuova SIM Vodafone si ritrova esattamente zero credito: quindici euro volati via senza che sul portale "Fai da te" siano listati come operazione effettuata, più un incombente pagamento di 49 centesimi della tariffa settimanale. E vai con un'altra ricarica...
È passato un mesetto...
La tariffazione è ancora a 28 giorni, bisognerà aspettare aprile 2018 per riavere la tariffazione a 30 giorni ("30"? non "mese solare"?) dopo la megamulta che però tutti gli operatori avranno pagato volentieri perché inferiore ai guadagni già realizzati col trucchetto della tariffazione a 28). Ovviamente la tariffazione mi è cominciata dal giorno della richiesta dell'attivazione della SIM, quindi le 56 ore di attesa dell'attivazione sono state pagate come utilizzo effettivo (ah, furbin furbetti furbacchiotti!)
All'inizio mi era stato attivato anche il servizio Vodafone Exclusive (1,90 euro al mese) che comprendeva il "vantaggio" di poter usare il traffico dati anche come hotspot wifi: normalmente, senza quel servizio, la Vodafone si fa pagare sei euro a giornata se attivi l'hotspot sul cellulare o lo usi come modem in tethering (per il momento questa mazzata la dà solo la Vodafone). I server Vodafone non hanno bisogno di fare deep packet inspection (probabilmente costerebbe troppe risorse verificare se sono pacchetti incapsulati, o se le GET HTTP contengono uno User-Agent riconducibile a un browser desktop, o indizi del genere): per discernere il traffico si limitano a guardare quale Access Point Name (APN) è stato usato all'inizio della connessione.
Infatti le modalità "hotspot" e "tethering" normalmente disattivano la connessione dati cellulare, attivano quindi la connessione locale (rispettivamente wifi access point oppure il pppd sulla seriale connessa da USB), dopodiché riattivano la connessione dati con l'APN specifico per la modalità DUN Dial-Up Network (nel nostro caso web.omnitel.it invece che mobile.vodafone.it usata per il traffico cellulare). Praticamente di default il telefonino fa generosamente sapere all'operatore telefonico che può applicare una diversa tariffa. E Vodafone mena bastonate da sei euro a botta. Ovviamente in rete pullulano le guide su come configurare l'altro APN uguale a quello del traffico dati cellulare o eliminarlo. Chissà quanto durerà la pacchia.
Nel mio caso il problema non si pone perché il tethering su SailfishOS lo faccio in modalità USB "interfaccia di rete" (connettendo la USB vi ottengo un indirizzo IP, gateway, DNS e forwarding/masquerading, senza mai disconnettere la connessione dati Vodafone preesistente), non la modalità USB "porta seriale su cui far andare pppd". Avere a portata di cavetto USB qualche gigabyte di traffico dati utilizzabile in caso di emergenza è una vera manna. Della funzionalità hotspot wifi non ho bisogno.
Conclusione: tipologia clienti telefonia mobile
Quello che le aziende di telefonia ancor oggi non hanno capito è che esistono esattamente due tipologie di clienti:
- il tontolone, che si accontenta generalmente di avere "un telefonino con Uolzap e Fesbuc", capace talvolta di pagare 15 euro per un cavetto USB 2.0
- l'utente serio, che ha bisogno di "un terminale internet" affidabile e capace anche di telefonate.
- soglia massima ammessa di traffico internet e utilizzabilità in tethering
- costi mensili di tale traffico
- eventuali motivi per ritenere più affidabile l'infrastruttura di rete.
Purtroppo non ho consigli utili da darti. Sono curioso di vedere se l'imminente arrivo dei francesi di iliad sarà vantaggioso anche per la seconda tipologia di clienti o se lo sarà solo per la prima.
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