Ispirato dall'orrendo TAF di Trenord, smanettando con il LEGO Digital Designer ho messo insieme quest'orrore di vagone a due piani. Le minifig sono in giallo trasparente in modo da eliminarle dall'inventario dei pezzi necessari.
Ora mi tocca solo ricolorarlo in modo decente (e in modo da sfruttare i parecchi pezzi grigi e blu che ancora mi avanzano).
mercoledì 30 novembre 2016
martedì 29 novembre 2016
Aaaah! È l'ora della tisanella
Eccola qua! Sempre dell'Angelica. Ricordo ai bei tempi quando la confezione da 20 filtri costava tre euro... |
lunedì 28 novembre 2016
Yay! I outsmarted my neighbors
Every time I go for some citrus fruits, eyeing neighbors secretly X-ray me and my bags planning some multi-faceted strategy to get some to -erm- taste. My countermove has always been the classic RDE (randomize, deceive, extenuate) but today I felt something was wrong: it was time to go off-plan to minimize risk. I packed a bag of tangerines as a bait and quickly went home. Biking across a road I was spotted by patrolling neighbors - one of them decided to take advantage of the opportunity. A few minutes later, she came home all "ooh" and "aah" about citrus fruits while I was going out again, but only happened to see the bag of ugly tangerines out there. I went to grab the second bag, the one sporting the precious grapefruits, lemons and kumquats (way more interesting than the common tangerines), and sneaked in while she was still there chitchatting with my parents, quickly hiding my treasure. Mission accomplished!
Left to right: Citrus × paradisi, Citrus tangerina, Citrus limon, Citrus japonica (金柑).
Left to right: Citrus × paradisi, Citrus tangerina, Citrus limon, Citrus japonica (金柑).
sabato 26 novembre 2016
Il CED di Geocities nel 1999
Pubblicai il mio primo sito web nella primavera del 1998, cioè quando scoprii che Geocities permetteva l'iscrizione gratuita. Avevo appena comprato una fotocamera digitale da un megapixel (uno solo), una Kodak DC210+ ancor oggi funzionante (risoluzione 1152x864, zoom 29-58mm equivalenti, memory card da 8 Mb: mi costò 1.049.000 lire), e un notebook Acer Extensa 355 (Pentium MMX 150 MHz con 16 mega di RAM e display 800x600x64k, che mi costò 1.320.000 lire, prezzo eccezionale per l'epoca, visto che i notebook costavano tutti puntualmente almeno "due sei e novanta più iva").
Siccome ero un giovine giovincello commisi il madornale errore di non avere su disco una copia di backup di quel sito web: "tanto è su internet, chi lo cancellerà mai?". Infatti diversi anni dopo Geocities prima cancellò a volontà e poi fallì, e solo una parte di quei siti web pubblicati gratis si è accidentalmente salvata (oggi rintracciabile su Reocities; il mio sito era sotto Athens/ithaca e non c'è più).
Ho scoperto che un tizio visitò nell'estate del 1999 il centro elaborazione dati di Geocities, con tutti i server Sun e storage JBOD ("just a box of disks", già di moda all'epoca), e scattò alcune epiche foto come questa:
Siccome ero un giovine giovincello commisi il madornale errore di non avere su disco una copia di backup di quel sito web: "tanto è su internet, chi lo cancellerà mai?". Infatti diversi anni dopo Geocities prima cancellò a volontà e poi fallì, e solo una parte di quei siti web pubblicati gratis si è accidentalmente salvata (oggi rintracciabile su Reocities; il mio sito era sotto Athens/ithaca e non c'è più).
Ho scoperto che un tizio visitò nell'estate del 1999 il centro elaborazione dati di Geocities, con tutti i server Sun e storage JBOD ("just a box of disks", già di moda all'epoca), e scattò alcune epiche foto come questa:
In uno dei dischi di quei 15 armadi di Geocities c'era il mio primo preziosissimo sito web ferroviario! |
lunedì 14 novembre 2016
La profezia sulle suonerie si è avverata!
Con inaudita precisione, il telefilm Get Smart aveva previsto alla perfezione l'avvento delle suonerie dei telefonini. Ecco il video:
martedì 8 novembre 2016
Come atterra uno Shuttle
Per chi orecchia un po' di inglese: ecco un video di 18 minuti in cui viene spiegata in maniera comica - ma tecnicamente precisa - la procedura di atterraggio dello Shuttle: come fa da quasi 28.000 km/h in orbita a decelerare, indovinare la traiettoria vicina alla pista di atterraggio, e centrare la pista.
Con grafici e freccette e qualche video dall'interno dello Shuttle stesso.
Alcuni termini usati:
Con grafici e freccette e qualche video dall'interno dello Shuttle stesso.
Alcuni termini usati:
- nell'atmosfera scende con un'angolo di 30° (rispetto ai tipici 3° di un aereo in atterraggio), a velocità verticale da "caduta libera" di un paracadutista (10.000 piedi al minuto, cioè 50 metri al secondo);
- la pista di atterraggio è di soli 15.000 piedi (più quattro chilometri e mezzo), ma ci arriva come un "mattone volante" (per cui abbisogna della frenata coi paracadute)
- siccome nessuno vuol sentirsi chiamato "copilota"... allora i ruoli sono "Comandante" e "Pilota"
- "piccolo problema: abbiamo le ali... e le ali generano portanza"
- la tecnologia fly-by-wire è quella in cui il computer fa tutto, e l'umano si limita a dare i comandi (muovere la cloche serve solo a indicare al computer quale manovra si intende fare)
- l'aria "va a fuoco" per l'eccessiva pressione (a causa della velocità) - è lo stesso principio per cui i meteoriti che impatterebbero la Terra si bruciano nell'atmosfera. Per questo non è consigliabile lasciarsi direttamente "cadere" nel pozzo gravitazionale.
Non fatemi tradurre "this isn't rocket science!"
p.s.: dopo la visione di questo video, tutti i film e cartoni animati in cui qualche astronave spaziale rientra sulla Terra praticamente verticalmente e centrando comodamente il punto di atterraggio, faranno ridere i polli.
lunedì 7 novembre 2016
Quattro pile
Come volevasi dimostrare: il pacco batterie della buonanima del notebook AMD che la megaditta mi comprò nel lontano 2011 è composto da quattro pile e da un circuitino di ricarica con uno spazio vuoto in cui in teoria potrebbe entrarcene una quinta.
L'etichettina interna sotto una delle batterie indica come data di assemblaggio 31 agosto 2010 (era quindi già vecchia di quasi un anno quando la megaditta mi omaggiò il notebook nuovo di pacca).
Le pile sono NCR 18650 Li-Ion "MH12210" marchiate Made in Japan (i cinesi non sanno ancora farle bene), incollate al fondo e saldate in serie.
Il circuito di ricarica le gestisce singolarmente, ed è connesso:
Dopo mesi che non la carico, riporta 12,6V a vuoto (3.15, 3.07, 3.16, 3.17 singolarmente).
L'etichettina interna sotto una delle batterie indica come data di assemblaggio 31 agosto 2010 (era quindi già vecchia di quasi un anno quando la megaditta mi omaggiò il notebook nuovo di pacca).
Le pile sono NCR 18650 Li-Ion "MH12210" marchiate Made in Japan (i cinesi non sanno ancora farle bene), incollate al fondo e saldate in serie.
Il circuito di ricarica le gestisce singolarmente, ed è connesso:
- rosso, al polo positivo (in fondo a sinistra)
- nero, al negativo (in fondo a destra)
- giallo, tra la prima e la seconda
- blu, tra la seconda e la terza
- grigio, fra la terza e la quarta
Dopo mesi che non la carico, riporta 12,6V a vuoto (3.15, 3.07, 3.16, 3.17 singolarmente).
mercoledì 2 novembre 2016
martedì 1 novembre 2016
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