Poliziotto nero di Los Angeles ingiustamente accusato sbrocca e si dà alla fuga, abbondantemente armato, minacciando di uccidere coloro che gli hanno infangato il nome e i loro familiari.
Sembrerebbe la trama di un film... invece è tutto vero.
I guai del trentatreenne Cristopher Jordan Dorner sono cominciati quando ha denunciato l'uso di eccessiva violenza da parte di una dei suoi superiori (soprannominata "Chupacabra" dai colleghi per la frequenza con cui veniva segnalata per metodi violenti, ma successivamente promossa a sergente). Sospeso dal servizio e assegnato ad altra squadra, Dorner fa appello ma viene definitivamente condannato (inutilmente protestando che giudici e avvocati erano tutti vecchi amici della denunciata), in un crescendo di accuse false e infamanti.
A quel punto Dorner si dà alla fuga e comincia la sua vendetta (uccidendo la figlia di un suo ex capo e relativo fidanzato), riuscendo ripetutamente a sfuggire alla polizia di Los Angeles, inclusi due conflitti a fuoco (durante i quali avrebbe ucciso un poliziotto e ferito altri due).
Contro di lui le autorità di Los Angeles hanno attivato le misure più drastiche, inclusa una taglia da un milione di dollari e la mobilitazione di "droni" con telecamere thermal-imaging poiché Dorner aveva scritto su Facebook (testo ora recuperato su Pastebin) la sua versione dei fatti, invitando i giornalisti a verificare tutto, aggiungendo che avrebbe usato tutte le sue capacità difensive, offensive, di intelligence e di sopravvivenza ricevute nella polizia stessa e nel servizio nella US Navy, perché pur non essendo mai stato un criminale è stato distrutto e infangato dai suoi stessi colleghi e superiori.
E aggiunge che non ha paura di morire, e che i suoi attacchi continueranno finché il LAPD (Los Angeles Police Department) non riconoscerà pubblicamente la sua innocenza.
"Io sono la circostanza che voi stessi avete creato... Avevate sottovalutato un gigante in sonno".
Nella foga di inseguire Dorner, la polizia di Los Angeles ha crivellato di colpi un furgone con due donne a bordo, vagamente somigliante a quello di Dorner; in un secondo caso, altro furgone crivellato di colpi (stavolta per fortuna senza colpire l'occupante). C'è già gente che sul proprio furgone mette un cartello: "Non sparate! Non sono Dorner!"
lunedì 11 febbraio 2013
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Le notizie ufficiali dicono che sarebbe morto il giorno dopo (12 febbraio 2013) dopo una sparatoria con la polizia sulle San Bernardino Mountains nella quale colpisce a morte un agente e ne ferisce gravemente un altro.
RispondiEliminaRifugiatosi lì in una baita con molte munizioni, vede prendere fuoco la baita (probabilmente azione della polizia, che aveva già lanciato lacrimogeni).
Ufficialmente si sarebbe suicidato, e il cadavere bruciato è stato recuperato due giorni dopo.