La notizia della strage di Charlie Hebdo contiene elementi invidiabili da tutti gli eserciti del mondo.
Il Telegraph scrive: «Hanno agito con una calma e una destrezza che reca tutti i segni di un addestramento militare avanzato»...
«Completamente equipaggiati per il compito. Due uomini vestiti completamente di nero, i volti coperti da passamontagna, ciascuno con un AK 47» (Secondo la polizia, uno del terzetto portava un lanciagranate. Non si vede nei video diffusi, ma se è vero, il terzo aveva l’arma adatta per fare da copertura agli altri due).
«Calzavano scarponi militari e avevano aspetto e piglio da militari. Uno dei due indossava un giubbotto porta-munizioni color sabbia, apparentemente pieno di caricatori di scorta».
«Hanno agito con una calma e una destrezza che reca tutti i segni di un addestramento militare avanzato»...
«Hanno attaccato la sede del periodico con clinica precisione... i video li mostrano mentre usano tattiche tipiche di fanteria: procedono per la strada lavorando in coppia: uno avanza mentre l’altro (arretrato, sull’altro marciapiede) gli dà copertura».
Abbiamo visto molte volte palestinesi, arabi terroristi o guerriglieri, sparacchiare a raffica col kalashnikov come fosse un annaffiatoio, consumare interi caricatori. Questi due no: «Invece di sventagliare, hanno esploso due colpi mirati a ciascun obiettivo (il povero poliziotto) – un metodo chiamato double tap – risparmiando così le munizioni». Double tap è, nel gergo gangsteristico, il doppio sparo alla testa, una specialità per gente d’esperienza.
«I due parlano tra loro con calma, chiaramente decisi ad infliggere quanto più spargimento di sangue. Ad un certo punto uno dei due grida ‘Allahu Akbar’. Quando si accorgono che il poliziotto ferito giace sul marciapiede, si avvicinano con calma al ferito, e mentre uno dei due terroristi «copre», l’altro uccide l’agente con un proiettile alla testa».
Scappano sulla Citroen nera «senza sgommare, non attraggono l’attenzione, partono in maniera controllata».
Non prima di aver detto a un passante: «Dì ai media che questa è Al Qaeda in Yemen».
Anche il colonnello Frédéric Gallois, ex capo del gruppo d’intervento rapido della Gendarmerie Nationale (GIGN) è colpito dal «modo operativo militare». «È stata una vera operazione di commando: si arriva, si colpisce, si ripiega. Dispongono di un armamento di guerra e di una tecnica di tiro che mostra il loro livello di preparazione. Sono stati in contatto con gente che la guerra l’ha fatta».
E aggiunge, il colonnello: «Non sono dei semplici fanatici. C’è in loro una dimensione psicologica, una banalizzazione della violenza che va al di là dell’aspetto religioso».
L’azione è stata «prevista e preparata», aggiunge il colonnello. «Si sono informati, sapevano quando si tiene la riunione di redazione. Hanno dovuto fare dei sopralluoghi, prendere delle foto, interrogare gente. Chiaramente hanno avuto accesso ad informazioni».
giovedì 8 gennaio 2015
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