(ASCA) - Roma, 22 apr - Due guerre, tre terremoti, due alluvioni, due missioni militari all'estero e ora l'Abruzzo.
Gli interventi sulle accise sui carburanti hanno quasi sempre coinciso con passaggi difficili per il Paese.
Nel 2008 il gettito di questa voce e' salito complessivamente a 37,1 miliardi di euro dai 36,5 miliardi di euro del 2007 pur in presenza di un calo dei consumi del 5%.
In particolare, il gettito delle accise (dati Unione Petrolifera) e' stato pari a 23,9 miliardi mentre quello Iva e' stato pari a 13,2 miliardi di euro.
Sulla benzina pesano ancora 10 voci di accisa inserite negli ultimi 70 anni e mai rimosse. Sebbene non si possa dire che stiamo ancora pagando le guerre di Mussolini, resta il fatto che ci ritroviamo ancora nel prezzo al distributore la prima accisa di 1,90 lire fissata nel 1935 per finanziare l'avventura in Abissinia.
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Formidabile: nel 2009 paghiamo ancora per le guerre di Mussolini, ogni volta che facciamo rifornimento di carburanti.
Nemmeno i governi di sinistra hanno osato abolire l'accisa introdotta nel 1935 per la guerra in Abissinia.
Da Mussolini al contratto degli autoferrotranvieri, è tutta un'accisatoria, come si direbbe in napoletano.
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