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Ecco un'altra distribuzione Linux che "vive" su ramdisk.
L'idea è stravecchia - già nel 1987 io stesso usavo una ramdisk di 64k per evitare di smanettare con i floppy da 5.25" (sui quali per aggiornare un file, a drive fermo, occorrevano diversi secondi).
Tin Hat copia l'intera distribuzione (2.3 Gb) su "tmpfs" (la ramdisk di Linux), dopodiché gira da lì... a velocità supersonica. Per chi ha quattro giga di RAM ed è disponibile ad aspettare diversi minuti al boot, è una vera manna.
Attualmente si usano le "initrd" (initial ramdisk) in quasi tutte le distribuzioni di Linux, ma solo in fase di installazione o per dare nella fase iniziale del boot i driver per le periferiche da usare per il boot stesso.
L'idea è stravecchia - già nel 1987 io stesso usavo una ramdisk di 64k per evitare di smanettare con i floppy da 5.25" (sui quali per aggiornare un file, a drive fermo, occorrevano diversi secondi).
Tin Hat copia l'intera distribuzione (2.3 Gb) su "tmpfs" (la ramdisk di Linux), dopodiché gira da lì... a velocità supersonica. Per chi ha quattro giga di RAM ed è disponibile ad aspettare diversi minuti al boot, è una vera manna.
Attualmente si usano le "initrd" (initial ramdisk) in quasi tutte le distribuzioni di Linux, ma solo in fase di installazione o per dare nella fase iniziale del boot i driver per le periferiche da usare per il boot stesso.
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